Prove di dialogo tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico sulla legge elettorale in vista dell’arrivo in commissione Affari Costituzionali del testo base per la riforma del sistema di voto, la quale dovrebbe essere messa a punto dal relatore del provvedimento, il presidente, Andrea Mazziotti. “Nell’inerzia di tutti i partiti che hanno detto solo dei ‘no’ – ha detto il capogruppo Pd Ettore Rosato – giovedì arriverà senz’altro un testo di legge elettorale. Ce ne facciamo carico insieme al relatore. Sono convinto che si potrà trovare una maggioranza con chi ci sta, con chi ha voglia di fare sul serio”.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Rtl, Luigi Di Maio ha spiegato che il M5s vuole “scrivere le regole del gioco insieme al partito di maggioranza, il Pd, e lo vogliamo fare per due ragioni: c’è stato l’appello di Mattarella che chiede di fare una legge elettorale in modo che ci sia una chiarezza sul risultato dopo le prossime elezioni, e poi il Paese è in grave crisi e non possiamo permetterci nuove elezioni politiche in cui ancora una volta si partorisce un risultato incerto che porta ad eventuali inciuci ed eventuali grandi ammucchiate, per questo abbiamo fatto una proposta a Renzi e al Pd”. Loro, ha aggiunto riferendosi agli avversari, “sulla base del Legalicum cosa propongono? Dei correttivi? Guardiamoli insieme in Commissione e poi approviamo insieme una legge elettorale condivisa, l’importante è che sia nell’ottica della costituzionalità della legge. L’unica cosa che io non toccherei è il premio alla lista, perché se cominciamo a fare il premio alla coalizione finiamo per fare come Prodi con Mastella o Berlusconi con Fini che poi si sfilano i vari partiti interni e diventa un disastro”.
Pronta la replica di Matteo Richetti: “Se Di Maio e il M5s fanno sul serio e sono pronti ad assumersi fino in fondo la responsabilità di una legge elettorale condivisa, è possibile costruire in tempi rapidi un terreno di intesa. L’importante è che l’impostazione, anche per le liste, conservi un impianto maggioritario e che garantisca governabilità come chiesto da Renzi. Nessun ritorno a logiche da ‘proporzionale’ e restituzione di un risultato chiaro rispetto alle scelte dei cittadini. Su questo siamo pronti ad un lavoro responsabile e proficuo“.
Più cauto Maurizio Martina: “Ho letto del ragionamento di Luigi Di Maio sulla legge elettorale. Direi che se sono rose fioriranno. Di certo noi vogliamo difendere il più possibile un impianto maggioritario che garantisca governabilità. Se le aperture sono vere noi di certo non ci sottraiamo”.
La proposta di cui parlano i grillini prevede l’abbassamento al 37% della soglia per ottenere il premio di maggioranza e non più il ballottaggio ma un secondo turno al quale partecipano tutte le forze che abbiano superato il 20% al primo turno con un quorum del 50% di partecipazione.