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Palermo, estorsione aggravata dal metodo mafioso: chiesti 4 anni per Fabrizio Miccoli

Quattro anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso: questa la richiesta del pm della Procura di Palermo, Francesca Mazzocco, per Fabrizio Miccoli, ex bomber dei rosanero, sotto processo dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata lo scorso novembre, successiva all’imputazione coatta disposta dal gip Fernando Sestito. Il calciatore è accusato di essersi rivolto a Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa, per recuperare la somma di 12 mila euro da un imprenditore, debitore nei confronti di un suo amico. E, nel far questo, avrebbe invitato l’esecutore a utilizzare metodi spicci. Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato e, il prossimo 7 luglio, sarà il legale dell’ex calciatore a prendere la parola per confutare la tesi della Procura.

L’inchiesta

La vicenda era emersa già nel corso del processo del 2015 a carico dello stesso Lauricella e di Gioacchino Amato, durante il quale il figlio del boss Antonino era stato assolto dall’accusa di estorsione ma condannato a un anno (con pena sospesa) per quella di violenza privata aggravata. Miccoli, allora, sostenne di non essere a conoscenza delle sue parentele legate a Cosa nostra e di essersi disinteressato della vicenda. Tuttavia, in alcune intercettazioni, sarebbe emersa una certa confidenza tra i due e, durante una di queste, l’ex bomber del Palermo si riferì al giudice Giovanni Falcone con l’appellativo di “fango”, dichiarazione che scatenò enorme indignazione e polemiche nei confronti del giocatore nel 2013.

La difesa

La difesa di Miccoli, affidata agli avvocati Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini, verterà proprio sull’assoluzione dei due imputati dal reato di estorsione, lo stesso per il quale il calciatore pugliese è accusato e per cui, in virtù di tale precedente, non sarebbe imputabile. Prima della riapertura delle indagini a suo carico, il pm Maurizio Bonaccorso aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo d’inchiesta riguardante il “pibe di Nardò”: “Siamo in presenza di una evidente contraddizione – hanno spiegato i legali – visto che la stessa procura aveva invocato l’archiviazione per Miccoli, oggi invece ne chiede la condanna senza tenere conto peraltro di una precedente sentenza che ha fatto cadere l’ipotesi di estorsione nei confronti di un altro indagato, Mauro Lauricella”.

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