E’ ancora allarme nell’ormai ex sito di stoccaggio dei rifiuti della “Eco X” di Pomezia. Dalle macerie degli edifici arsi lo scorso 5 maggio, a partire dalla serata del 17, attorno alle ore 20, hanno iniziato a sprigionarsi nuovi fumi e roghi di media grandezza, sui quali sono immediatamente intervenuti i Vigili del fuoco per le operazioni di spegnimento. Una notizia che non ha certo allietato i sonni degli abitanti di Pomezia e dei comuni limitrofi i quali, nonostante le numerose rassicurazioni giunte nei giorni scorsi, si ritrovano nuovamente a fare i conti con le scorie del disastroso incendio che ha raso al suolo l’azienda sulla Pontina, sollevando una colonna di fumo nero rimasta per giorni nell’aria (e nell’area) dell’hinterland romano, causando non pochi danni alla salute di persone e prodotti locali.
Odori nauseabondi
Quello che rimane della “Eco X” continua da giorni a emanare fumo e cattivo odore, come lamentato a più riprese dai residenti, i quali fanno appello, soprattutto via social, alle istituzioni per rimuovere al più presto i resti fumanti dell’edificio, allo scopo di impedire l’ulteriore diffusione aerea di sostanze pericolose come accaduto nella mattina del 5 maggio. Secondo quanto testimoniato sulle piattaforme web, la nuova colonna di fumo sarebbe stata visibile da chilometri di distanza, riacutizzando la paura dei cittadini per le possibili sostanze nocive sparse nell’aria: finora sono state oltre mille le segnalazioni fatte pervenire all’Osservatorio nazionale amianto (che incontrerà gli abitanti dell’area di Pomezia il prossimo 20 maggio) riguardanti sintomi di nausea, vomito e altri scompensi causati dagli odori nauseabondi.
Paura “Eco X”
Le indagini effettuate dalla Asl e dall’Arpa avevano rivelato percentuali di diossina altissime nell’area della “Eco X” al momento della massima espansione del rogo, anche se gli abitanti della zona erano stati rassicurati sulla stabilizzazione progressiva della quantità di materiale nocivo disperso nei giorni successivi. L’allarmismo, però, non è cessato anche in virtù dei continui focolai che, a più riprese, hanno continuato ad accendersi fra i rottami dell’ex sito di stoccaggio (nonostante le rassicurazioni sul definitivo spegnimento) e che, legittimamente, hanno destato (e continuano a destare) più di una perplessità sulla qualità dell’aria respirata dai pometini ma, allo stesso modo, da tutti i residenti dei comuni litoranei e dei Castelli romani. Dopo la visita al sito del 16 maggio scorso, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva assicurato che “la situazione a Pomezia è abbastanza serena. Voglio tranquillizzare i cittadini: tutti gli esperti si aspettano un progressivo calo dei valori per gli esami successivi”. La guardasigilli ha tuttavia affermato che “continueranno i monitoraggi”.