Una mussulmana 22enne di Singapore è la prima donna della città-Stato ad essere detenuta sotto la Legge sulla sicurezza interna (Isa) per il radicalismo. A riferirlo è il ministero degli Affari Interni (Mha).
“vedova di un martire”
Syaikhah Izzah Zahrah Al Ansari, voleva diventare la “vedova di un martire” per lo Stato islamico in Iraq e Siria (Isis), ed è stata arrestata all’inizio di questo mese.
Riportato da Asia News, il ministro Kasiviswanathan Shanmugam ha detto che la ragazza lavorava come assistente all’infanzia presso un asilo nido e aveva iniziato a radicalizzarsi nel 2013, per via della propaganda online del gruppo terroristico. I suoi genitori, entrambi insegnanti coranici freelance, e la sorella erano a conoscenza del suo radicalismo già nel 2015, ma non hanno avvertito le autorità di Singapore.
In seguito alla sua esposizione al materiale dell’Isis, la ragazza “ha cominciato a credere che esso rappresenti il vero spirito dell’islam. La sua radicalizzazione si è approfondita nel tempo, aggravata da una vasta rete di contatti stranieri che Izzah aveva sviluppato”, ha affermato il ministro. Questa rete comprendeva militanti e sostenitori dell’Isis, alcuni dei quali uccisi in Siria o arrestati per attività terroristiche.
Il ministro ha aggiunto che Izzah intendeva aderire al gruppo terroristico in Siria e sosteneva l’uso della violenza per stabilire e difendere l’auto-proclamato “califfato”, che in passato ha minacciato azioni contro Singapore.
La ragazza stava “pianificando” il trasferimento in Medio oriente con suo figlio e dal 2015 era alla ricerca di un jihadista con cui sposarsi e stabilirsi in Siria. Credeva che avrebbe raccolto “ricompense celesti” se il marito fosse morto combattendo e che il suo status di “vedova di un martire” l’avrebbe aiutata a sposare con facilità un altro combattente.
Le reazioni della comunità islamica
La notizia dell’arresto della ragazza ha sconvolto la nazione, scatenando le reazioni dei più importanti leader islamici del Paese.
Il Dr. Mohamed Fatris Bakaram, mufti di Singapore, ha dichiarato: “Sono molto turbato dal fatto che una donna così giovane possa esser sviata da queste credenze ingiuriose, a tal punto da voler gettar via la propria vita. Vorrei esortare la comunità a prendere sul serio la questione dell’auto-radicalizzazione. Anche solo una vita persa nell’esclusivismo e nell’estremismo è troppa”. Il mufti ha concluso incoraggiando la comunità locale a “restare unita” e lavorare con le autorità in modo da “salvare i nostri cari”.
Il Consiglio religioso islamico di Singapore (Muis) ha ricordato ai musulmani locali di stare “molto attenti” ai “messaggi” dei gruppi terroristici sui social media così “accuratamente elaborati”, aggiungendo che una struttura di sostegno per un individuo radicalizzato potrebbe non essere in grado di contrastarli. Il Muis ha dichiarato che “questo incidente ci ricorda che non dobbiamo abbandonare la lotta contro gli insegnamenti degli estremisti”.
Yaacob Ibrahim, ministro per gli Affari islamici ha invitato i musulmani a denunciare qualsiasi tipo di comportamento sospetto o segni di radicalizzazione tra i loro familiari o amici: “Questo è per noi il modo migliore di aiutare l’individuo, i nostri cari a non danneggiare se stessi e gli altri”. Fonte: Asia News.
Singapore, una città-stato multietnica
Singapore, ufficialmente Repubblica di Singapore, è una città-Stato del sud-est asiatico, situata sull’estrema punta meridionale della penisola malese. Si sviluppa su un arcipelago formato da circa 60 isole, la più grande e principale delle quali è l’isola di Singapore che ospita la metropoli. La città-Stato è il quarto principale centro finanziario del mondo ed è una delle principali città cosmopolite del globo: il 42% dei 5 milioni di abitanti è straniero. Il buddismo è la religione più praticata (33%) seguita da cristianesimo (18%) e islam (15%).