Pisapia è “il nostro alleato naturale, discutiamo insieme di temi e non di veti su Renzi“. Lo ha detto la ministra Marianna Madia, intervistata da La Stampa. “Pisapia e tutto ciò che gli ruota attorno sono gli unici potenziali alleati naturali del Pd: da loro – spiega – mi aspetto che arrivi un innalzamento del dibattito, che porti la discussione su ciò che fa bene al Paese e ciò che bisognerà fare nella prossima legislatura, e non che la trascinino al ribasso su Renzi sì-Renzi no”.
Il segretario del Pd, rimarca, non ha mai detto che “Pisapia non può essere un alleato: affermarlo è una forzatura del dibattito. Semplicemente, dice di parlare delle cose da fare”. Un’alleanza post voto con Berlusconi? “Non è all’ordine del giorno – risponde Madia – perché Forza Italia è alternativa a noi e non è un alleato naturale. Mentre noi superiamo le leggi sulla Pa di Brunetta, stiamo a discutere di presunte larghe intese con loro: un dibattito da marziani“. Nel frattempo resta in alto mare il dibattito sulla legge elettorale. Madia, entrata in Parlamento nel 2008 con Walter Veltroni, si dice “figlia del maggioritario”, tuttavia “so bene quanto è difficile approvare una legge elettorale”. Infine, la ministra allontana l’ipotesi di voto ad ottobre e conclude: “Chi sostiene in modo convinto il governo è il segretario del Pd: non so se problemi possono venire da altre forze politiche“.
Intanto Pisapia è impegnato nella costruzione dei gruppi parlamentari che faranno capo a “Insieme”. L’11 luglio, a tal proposito, è previsto l’incontro a Roma fra i gruppi di Mdp di Camera e Senato e quelli formatisi nei Consigli regionali. Pierluigi Bersani ha fornito qualche elemento in più sulla leadership: “Ci siamo accordati per mettere in piedi dei modelli partecipativi, non saranno propriamente primarie. Se il meccanismo sarà tarato sul sistema proporzionale – ha aggiunto – questo sistema ha tanti difetti ma ha un vantaggio, non pretende il capo. Comunque la leadership è di Pisapia”.
Sul percorso da seguire per i nuovi gruppi, però, alcuni esponenti non di Mdp, come Bruno Tabacci, frenano chiedendo prima che ci sia una assemblea programmatica di Insieme e una di coordinamento nazionale e territoriale, per non finire solo per essere inglobati tra i bersaniani e dalemiani, come gli indipendenti di sinistra del Pci. In questo quadro Sinistra italiana si tira fuori, almeno per ora, dall’operazione. E’ proprio Si a delimitare a sinistra il perimetro di “Insieme”: Nicola Fratoianni ha ribadito le proprie riserve, che saranno sciolte solo quando Pisapia dirà “con chiarezza” che è alternativo a tutto il Pd e non solo a Renzi, e quando organizzerà un incontro in cui tutte le forze in campo decideranno il programma.