Affetto e vicinanza. E quanto esprime Papa Francesco in un messaggio inviato all'”Ansa” nei giorni scorsi attraverso il portale Infomigrants.net, una piattaforma on-line che trasmette notizie per i migranti realizzato dall’Agenzia di stampa con i partner europei “France Media Monde” e “Deutsche Welle”.
Accoglienza, valore fondante dell’Europa
“Sono vicino con l’affetto e l’incoraggiamento a quanti, istituzioni, realtà associative e singoli si aprono saggiamente al complesso fenomeno migratorio con adeguati interventi di sostegno, testimoniando quei valori umani e cristiani che stanno alla base della civiltà europea“, scrive il Pontefice. Poi aggiunge: “Desidero esprimere il mio sincero apprezzamento per l’importante iniziativa e auspico che da una parte favorisca l’integrazione di queste persone con un doveroso rispetto delle leggi dei Paesi che accolgono, dall’altra susciti nella società un rinnovato impegno per una autentica cultura dell’accoglienza e della solidarietà“.
Un’opportunità per il dialogo
Quindi ribadisce: “La presenza di tanti fratelli e sorelle che vivono la tragedia dell’immigrazione è un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra le culture, in vista della promozione della pace e della fraternità tra i popoli“. Assicurando la sua preghiera e la benedizione, Bergoglio invoca la protezione del Signore “affinché si faccia compagno di strada di quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa di conflitti armati, di attacchi terroristici, di carestie, di regimi oppressivi. Possano questi migranti – conclude – incontrare dei fratelli e delle sorelle sotto ogni cielo, che condividano con essi il pane e la speranza nel comune cammino”.
Non dobbiamo avere paura dei migranti
Il Papa ha fatto della questione dei migranti una delle sue priorità fin dal primo viaggio, fatto a Lampedusa nel 2013, tanto da riservare per sé la “delega” per i migranti del nuovo dicastero che ha costituito, per la Giustizia e lo Sviluppo Umano Integrale. Sul tema dell’accoglienza da parte dell’Ue, Bergoglio ne aveva parlato nei mesi scorsi, in particolare durante la conferenza stampa del volo di ritorno dal suo viaggio in Svezia. “Non dobbiamo spaventarci per i migranti – aveva affermato il Pontefice in quell’occasione – perché l’Europa è stata fatta da una continua integrazione di culture. Se la Svezia ha perso la sua capacità di accogliere non è per egoismo, e serve prudenza per poter dare casa, lavoro, cultura a tutti”. Quindi ha ricordato che “non si può chiudere il cuore a un rifugiato“, se si chiude, “alla lunga si paga, si paga politicamente. Il più cattivo consigliere per i Paesi che tendono a chiudere le frontiere è la paura, e il miglior consigliere è la prudenza”.
Aprire le porte
“Della integrazione delle culture – ha evidenziato – non dobbiamo spaventarci perché l’Europa è stata fatta con una continua integrazione di culture. Questo non lo dico in modo offensivo, no. L’Europa – ha ricordato – si è fatta di migrazioni. Ma serve anche prudenza da parte dei governanti: “Devono essere molto aperti a ricevere ma anche fare il calcolo di come poter sistemarli, perché non solo a un rifugiato lo si deve ricevere, ma lo si deve integrare e se un Paese ha una capacità carente, diciamo così di integrazione, l’importante e che abbia sempre il cuore aperto: non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore, e alla lunga questo si paga” politicamente. Così come si può pagare politicamente, ha evidenziato, “una imprudenza nei calcoli, ricevere più di quelli che si possono integrare”. E quando un migrante o rifugiato non è integrato, c’è il pericolo che “si ghettizza”.