Un piano perfetto. Ismail Kammoun, cinquantacinquenne tunisino, è uscito martedì scorso dal carcere di Volterra (Pisa) dove stava scontando una condanna definitiva all’ergastolo per omicidio e dopo due giorni di soggiorno nella città etrusca ha fatto perdere le sue tracce. L’evaso, ora ricercato in tutta Italia, aveva beneficiato di un permesso premio di 10 giorni perché ritenuto un detenuto modello e la sua uscita era stata pianificata nei dettagli dall’amministrazione penitenziaria: due giorni a Volterra più altri 8 da trascorrere sulla costa livornese. Una specie di vacanza. E invece Kammoun se ne è andato chissà dove.
La questura di Livorno che doveva monitorarlo, praticamente non lo ha mai visto e giovedì è scattato l’allarme: il tunisino da quel momento è un latitante. Gli inquirenti assicurano che pur essendo musulmano “non risulta essere radicalizzato“. Ma la polemica è esplosa lo stesso: secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, l’evasione dello straniero è “un evento irresponsabile e gravissimo, per il quale sono già in corso le operazioni di polizia dei nostri agenti della penitenziaria finalizzate a catturare l’evaso”. Capece, in una nota, ricorda anche che nel 2016 “si sono verificate, nelle carceri italiane, 6 evasioni da istituti penitenziari, 34 evasioni da permessi premio, 23 da lavoro all’esterno, 14 da semilibertà e 37 mancati rientri di internati“.
“Dati minimi, rispetto ai beneficiari – continua il segretario del Sappe -. Questo non deve però inficiare l’istituto della concessione delle ammissioni al lavoro all’esterno o dei permessi ai detenuti. Servirebbe, piuttosto, un potenziamento dell’impiego di personale di polizia penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna“. Per il Sappe “è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio, anche negli Uffici per l’Esecuzione penale esterna, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni. La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli”.