Sono migliaia i tagli di posti di lavoro subiti dal settore bancario italiano. L’allarmante cifra emerge da una analisi dell’ufficio studi di First Cisl. Da inizio anno, infatti, sono stati già definiti 17.500 esuberi.
“Una ecatombe occupazionale”
Il costo netto stimato per il sistema bancario è superiore ai 2 miliardi, escluse le uscite di Intesa Sanpaolo sostenute da 1,2 miliardi del Governo nell’ambito del salvataggio delle banche venete. E’ “un’ecatombe occupazionale”, ha commentato il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani.
Le cifre nel dettaglio
I tagli più consistenti sono riferiti ai gruppi bancari maggiori: sono stati 3.900 i dipendenti usciti dalla sola Unicredit SpA mentre il nuovo piano industriale del Monte dei Paschi ne prevede 5.500; stima di cui i vertici di Palazzo Salimbeni discuteranno a breve con il sindacato.
La scorsa Primavera – si legge su Repubblica – sono stati firmati i piani di uscita in Banca Marche (270 risorse), Carichieti (69) e Banca Etruria (20) propedeutici all’integrazione in Ubi Banca. Con l’acquisizione delle tre good bank Ubi ha aggiornato il piano industriale, annunciando 1.318 nuovi esuberi, che si aggiungono ai 700 ancora da concordare come cifra residuale delle precedenti previsioni.
Lo scorso gennaio Cariferrara aveva firmato l’accordo – preliminare all’acquisizione della banca da parte di Bper – per 340 uscite; in febbraio Carige aveva individuato ulteriori 155 esuberi che andavano ad aggiungersi ai 600 già preannunciati. Ora si parla di un possibile innalzamento fino a 900 uscite.
Inoltre, l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane ha firmato ad aprile un accordo per 340 uscite; altri 131 esodi sono stati concordati a maggio in CheBanca! La Popolare di Bari ha annunciato 500 tagli; si attendono ancora notizie da parte delle Casse di Risparmio di Rimini, San Miniato e Cesena per le quali ha manifestato interesse Cariparma Crédit Agricole: a Rimini si stimavano a inizio anno 90 esuberi, 120-140 a San Miniato. Un vero e proprio “bollettino di guerra” per i dipendenti del settore gravemente colpito dalla crisi economica.