Inizia la missione spaziale “Vita”, a bordo della quale è presente anche Paolo Nespoli, l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, che al suo terzo viaggio tra le stelle, si guadagna anche il titolo di cosmonauta più anziano d’Europa a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), la struttura galattica, situata nell’orbita terrestre bassa, che dal 2000 viene abitata ininterrottamente da equipaggi di diverse nazionalità, in un susseguirsi di missioni.
La missione “Vita”
Insieme ai colleghi Sergey Ryazanskiy e Randy Bresnik, Paolo Nespoli fa parte dell’equipaggio della Spedizione 52-53, che resterà in orbita fino a dicembre. Il nome della missione è l’acronico di Vitality, Innovation, Technology, Ability, ovvero Vitalità, Innovazione, Tecnologia, Abilità. E’ la terza missione di lunga durata, delle sei, che la Nasa ha messo a disposizione dell’Agenzia Spaziale Italiana nell’ambito dell’accordo sulla fornitura dei moduli logistici della stessa stazione orbitante. La parola “Vita” evoca significati diversi e molto profondi, sia da un punto di vista scientifico che filosofico. Il design dello stemma, sviluppato dall’Esa su richiesta dell’Agenzia Spaziale Italiana e realizzato insieme allo stesso astronauta italiano, è rappresentativo dei messaggi principali della missione. La forma ci ricorda il pianeta Terra per la sua geometria rotonda e per la sua trama azzurra. Contiene il simbolo del “Terzo Paradiso” dell’artista italiano Michelangelo Pistoletto. Questo simbolo mette in relazione visiva e concettuale i temi principali della missione: il dna, simbolo della vita (tema veicolato anche dal nome della missione stessa) e, in senso lato, della dimensione scientifica; il libro, simbolo della cultura e dell’educazione intesa come formazione e apprendimento continuo; la Terra, simbolo dell’umanità intera. Il logo porta naturalmente i colori della bandiera italiana a rappresentare la nazionalità dell’astronauta dell’Esa Paolo Nespoli e dell’Agenzia Spaziale Italiana. Tra gli esperimenti di bordo, molti riguardano biomedicina, fisiologia, scienza dei materiali e fisica.
L’esplorazione spaziale europea
Fondata negli anni ’70, l’Agenzia Spaziale Europea nasce come “porta di accesso allo spazio per l’Europa”. I 22 Stati membri finanziano il 50% della spesa pubblica totale per lo spazio nel vecchio continente, e gran parte di questo budget è investito nell’esplorazione spaziale. Nel continuo traffico da e per la Stazione Spaziale Internazionale, l’Europa ha un ruolo di rilievo: ad oggi sono 69 le missioni a cui hanno partecipato astronauti dell’ESA. Quello di Paolo Nespoli sarà dunque il 70mo viaggio europeo verso la ISS, 12esima missione italiana. I due membri Esa che hanno inviato più astronauti nello spazio sono Francia e Germania, rispettivamente con 18 e 15 missioni. L’Italia è al terzo posto.
La ricerca scientifica sulla Iss
Durante la sua permanenza sulla Iss, Nespoli avrà il compito di seguire oltre 200 esperimenti biomedici e tecnologici. Tra questi, alcuni sono attivi da diverso tempo e vengono passati di mano in mano dai vari equipaggi, mentre altri sono nuovi di zecca (come gli 11 selezionati dall’Agenzia Spaziale Italiana che costituiranno il cuore della missione Vita). Dal database risultano in tutto 882 esperimenti messi in campo dal 1972 alla fine del 2016; di questi, l’Italia ha partecipato a 110. I dati si riferiscono agli studi svolti sulla Iss e poi analizzati a Terra da ricercatori di tutto il mondo. Ma il numero complessivo di esperimenti realizzati sulla stazione galattica nel corso degli anni segue un andamento non lineare: c’è un picco nel 2009 e una brusca diminuzione nel 2013, mentre si osserva una progressiva risalita negli ultimi tre anni. Una delle ragioni potrebbe essere l’oscillazione del budget della Nasa, leader mondiale dell’esplorazione spaziale, i cui investimenti influenzano quelli delle altre principali agenzie. Nei due anni critici, l’agenzia spaziale statunitense ha infatti subito un notevole incremento e una successiva diminuzione: da 17 a 18,8 miliardi nel 2009 e di nuovo a 16,9 miliardi nel 2013.
Medicina e biologia
Dalla biologia alle neuroscienze, dall’immunologia alla fisica, sono moltissime le aree di indagine e ricerca a cui appartengono i vari esperimenti presenti sulla Iss, che nascono con lo scopo di studiare i più diversi fenomeni in condizioni di microgravità. Come reagiscono il nostro sistema muscolare e il nostro scheletro nelle condizioni estreme dello spazio? È possibile sequenziare il DNA in assenza di gravità? In che modo si può ottimizzare la tecnologia necessaria alle funzioni vitali degli astronauti, come il riciclo dell’acqua? Come rendere più sicuri i viaggi nello spazio? Sono solo alcune delle domande su cui si basano gli esperimenti, che, grazie all’incessante lavoro degli astronauti a bordo e al contributo di una rete internazionale di studiosi, permettono di portare avanti la ricerca scientifica a 400 chilometri di quota. Forse al ritorno di Nespoli gli studiosi potranno rispondere ad alcuni di questi interrogativi.