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Il cardinale Bassetti: “Profondo sgomento di fronte a questo dramma”

I vertici della Conferenza episcopale italiana hanno espresso il loro cordoglio per la strage di Barcellona nel corso di due distinte trasmissioni della Rai. “Sono in un profondo sgomento dinanzi a questo dramma” ha affermato il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, a Radio Uno, parlando di “sconcerto di fronte ad atti di terrorismo così bieco, che non possono trovare alcuna motivazione, tanto meno religiosa”. L’arcivescovo di Perugia sottolinea come questi drammi colpiscano “il cuore di una nazione, ma anche il cuore di un continente e di tutto il mondo. Tutti insieme – ha aggiunto – pur con profondo turbamento, continuiamo con tutto il nostro impegno a lavorare per una cultura della convivenza e della pace e per costruire, nonostante tutto, la civiltà dell’amore. In fondo, è quello che desidera tutta la gente”. “Chi compie questi atti – ha detto ancora Bassetti – lo fa per seminare paura e la paura è la paralisi e quando arriva la paralisi in una società tutto può succedere. Allora, bisogna reagire per continuare a costruire quegli ideali di convivenza, di pace, di civiltà dell’amore nella quale noi crediamo e in cui crede ogni uomo di buona volontà”. Per vincere la paura occorre reagire “continuando a vivere, continuando i nostri giusti comportamenti di tutti i giorni, nella speranza che poi questo terrorismo possa essere affrontato con mezzi più efficaci, più giusti, perché in fondo siamo di fronte a delle situazioni anche del tutto imprevedibili”.

Monsignor Galantino

A RaiUno è invece intervenuto il segretario dei vescovi, mons. Nunzio Galantino: “Ho paura di quelle identità che si formano, si rafforzano e poi sfociano nella violenza. Quel tipo di identità, per fortuna, non ci appartiene”. Mons. Galantino ha ribadito che “è bello, importante e decisivo” avere “una identità, dei valori in comune, qualcosa per cui spendersi e giocarsi la vita. Da questo punto di vista l’Occidente sta un po’ arretrando, ma se l’alternativa è avere un’identità tale da impedirci di vedere l’altro, di capire l’altro e di comprendere che anche l’altro ha diritto di vivere, di quella identità, che sia islamica, cattolica o cristiana, io non so che farmene”. Rispondendo, poi, a una domanda su come vivere oggi la massima evangelica di “porgere l’altra guancia“, Galantino ha ricordato, “cosa non vuol dire quella frase”: “Porgere l’altra guancia non significa stare in maniera fatalistica di fronte al male; piuttosto vuol dire all’altro, con i fatti, prima che con le parole, che esiste un altro modo di stare al mondo. Allora, porgere l’altra guancia non è invito alla passività e a subire quello che dall’esterno ci viene”. E ha lanciato un appello ai media e ai social network a non “usare linguaggi violenti e armare anche la lingua contro gli altri”. “Spazio al dialogo e a parole, non buoniste: qui non si tratta infatti di buonismo, ma c’entra la ragione, il cuore, le mani, la voglia di creare argine con i fatti alla violenza”, perché “è violento chi ammazza ma anche chi resta indifferente” ha concluso il segretario della Cei.

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