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Sciopero di 4 ore del trasporto pubblico: corse sospese o a rischio in tutta la città

Uno stop di sole quattro ore per il trasporto pubblico di Roma, dalle 8.30 alle 12.30, comunque sufficiente per condannare la città a una mattinata di caos nella circolazione. L’interruzione del servizio indetta da Orsa Tpl e Faisa Confail, concordata dalle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Faisa Cisal, è stata effettuata nonostante la retromarcia di altri sindacati quali Sulct, Utl, Fast e Cambia-Menti che, nella giornata di ieri, avevano deciso di rinunciare alla protesta dopo un incontro con l’assessore Linda Meleo. In sostanza, mentre il traffico cittadino ha vissuto il consueto tilt portato dallo sciopero dei mezzi (fermi quelli Atac, Tpl, oltre alle ferrovie Roma-Lido, Termini-Centocelle e Roma-Civitacastellana-Viterbo), uno spiraglio di trattativa sul futuro della municipalizzata dei trasporti è stato aperto.

Sciopero, traffico in tilt

A ogni modo, in attesa di saperne di più sul piano “salva-Atac”, la Capitale si è nuovamente trovata a fare i conti con le conseguenze dello stop dei trasporti nelle ore centrali della mattinata. Con le metro, i bus e i tram a rischio interruzione, gli effetti si sono interamente riversati sulla circolazione delle automobili, congestionata in molti punti della città, in particolare a Porta Maggiore. Lo sciopero verrà prolungato in periferia, con i lavoratori dei mezzi Tpl a braccia incrociate per tutta la giornata. Il servizio del trasporto Atac, invece, è ripreso regolarmente a partire dalle 12.30. Per quanto riguarda le linee della metropolitana, l’unica interrotta è stata la A Anagnina-Battistini; corse fortemente rallentate sulla tratta B, da Rebibbia a Laurentina. Regolare, invece, il servizio della metro C da Pantano a Lodi.

Atac, corsa contro il tempo

Con lo spettro del fallimento all’orizzonte e l’ipotesi controversa del concordato in divenire, il futuro di Atac appare quantomai incerto. E’ prevista per oggi la riunione del Consiglio d’amministrazione, durante la quale di dovrebbe votare per il bilancio del 2016, con la prospettiva (come spiegato dal ‘Messaggero’) di un deficit enorme. Nei giorni scorsi, la sindaca Raggi aveva annunciato l’accantonamento dell’idea di una possibile vendita ai privati, spiegando che l’azienda sarebbe rimasta pubblica. E’ pur vero, però, che il tempo stringe: c’è l’incombenza di presentare in Tribunale il documento ufficiale per il concordato preventivo e, soprattutto, di raggiungere un’intesa coi creditori, con la speranza che possa essere trovata e scongiurare così il rischio del crack.

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