Con l’aumento dei casi di Chikungunya nel territorio romano, il rischio di uno stop alle donazioni di sangue si fa sempre più concreto. A partire dai tre pazienti di Anzio (i casi sospetti sono saliti a trentacinque), ai quali era stata diagnosticata la sintomatologia propria del virus, gli accertamenti di contagio si sono attestati momentaneamente a 13 nella Regione Lazio, 4 dei quali riscontrati nella città di Roma. Per questo dalla Pisana è arrivata la richiesta di una riunione urgente con il Comune di Roma, Dipartimento Tutela Ambiente, con l’intento di esercitare ulteriori pressioni sul Campidoglio per l’avvio di un’adeguata operazione straordinaria di disinfestazione.
Chikungunya, bagarre Regione-Comune
Una richiesta inoltrata già nei giorni scorsi da parte della Asl Roma 2 ma, a quanto pare, finora disattesa da parte di Roma Capitale. Da Palazzo Senatorio è comunque arrivata la difesa, con l’assessore Montanari a smentire la presunta immobilità del Comune che, secondo quanto spiegato dalla titolare all’Ambiente, “si è immediatamente attivata rispetto ai casi di Chikungunya che ci sono stati segnalati dall’Asl venerdì scorso. L’intervento è stato possibile solo oggi a causa delle avverse condizioni climatiche che avrebbero reso inefficaci e inutili i trattamenti”. Il nodo, però, risiede nelle 24 ore precedenti (quelle di sabato), nelle quali il trattamento avrebbe dovuto essere effettuato secondo quanto disposto dal Ministero della Salute.
Casi in aumento
Ma, al di là del botta e risposta fra Regione e Campidoglio, l’aumento dei casi sospetti nella zona del litorale laziale ha dato non pochi motivi di preoccupazione alla sanità laziale, tanto da far valutare la possibilità di interrompere le donazioni di sangue anche a Roma, dal momento che la Chikungunya è trasmissibile (tramite puntura di zanzare della specie Aedes aegypti) per via venerea. I sintomi che possono far sospettare un contagio da tale virus si caratterizzano in febbre acuta, cefalea e forti dolori articolari, i quali si manifestano principalmente nel periodo di incubazione della malattia (sui 2-4 giorni). Ad Anzio, in particolare, i casi sospetti sono aumentati esponenzialmente, con molti pazienti recatisi nelle strutture ospedaliere al manifestarsi delle prime avvisaglie. Il sindaco della cittadina laziale, nel frattempo, ha intensificato le disinfestazioni nella zona.