La Palestina diventa ufficialmente un membro dell’Interpol, il che implica il suo riconoscimento come Stato da parte dell’organizzazione internazionale dedita alla cooperazione di polizia e al contrasto del crimine internazionale. “I nuovi Paesi membri, Palestina e Isole Salomone, portano il numero di aderenti all’Interpol a 192″ si legge sul profilo Twitter di Interpol, che si riunisce per l’assemblea annuale a Pechino.
Nella conferenza generale dell’organizzazione a Pechino, a favore della proposta, votata a scrutinio segreto, si sono espressi 75 Paesi su 133 ammessi al voto; 24 hanno votato contro e 34 si sono astenuti. Israele – hanno sostenuto i media dello St – si è opposta con al voto ricordando che “l’appoggio di Ramallah al terrorismo potrebbe impedire più che favorire gli sforzi dell’Interpol”. Una posizione appoggiata dagli Usa. L’anno scorso in una situazione analoga Israele era riuscita ad evitare il voto favorevole.
“E’ una vittoria del nostro popolo”, ha commentato, euforico, il ministro degli esteri palestinesi Riyad al Maliki ha salutato la decisione dell’Interpol. “Un voto – ha aggiunto – che dà fiducia alle capacità della Palestina nell’applicazione delle leggie nell’adesione ai valori centrali dell’organizzazione”.
La richiesta di Ramallah rappresentava un tentativo di entrare a fare parte di un organismo internazionale nella speranza di avanzare sulla strada verso il riconoscimento come Stato. Nel 2012 l’Anp ha ha ottenuto lo status di osservatore all’Onu nel 2012 e dal allora si è unita a oltre 50 organizzazioni. Tra di esse la Corte penale internazionale e l’Unesco.