“Finalmente abbiamo avuto unĀ colloquio chiarificatoreĀ in questa vostra magnifica capitale. Era necessario ed ĆØ stato utilissimo per appianare le tante incomprensioni reciproche. PiĆ¹ che prendere decisioni, ci siamo spiegati a vicenda. Ci saranno altri incontri per approfondire laĀ nostra collaborazione.Ā Anche se ĆØ ovvio che restiamo noi a decidere, e soltanto noi, se e in quali circostanze dobbiamo ricorrere alla forza per combattere il terrorismo e difendere i libici in casa loro”. Lo ha detto il generaleĀ Khalifa Haftar, in un'intervista alĀ Corriere della SeraĀ nella quale ha espressoĀ soddisfazione per il suo primo viaggio ufficiale in Italia.
Si ĆØ trattato per Haftar di un “successo. Personalmente sono molto contento di aver parlato a lungo con il ministro della DifesaĀ Pinotti, quello dell'Interno Minniti, il capo di Stato maggioreĀ GrazianoĀ e il capo dei vostriĀ servizi segreti, che conosco da tempo ormai. Abbiamo parlato dell'impegno comune nella lotta contro il terrorismo e della necessitĆ di fermare l'immigrazione illegale. In proposito ho presentato un piano elaborato, ben consapevole che la Libia non ĆØ il punto di arrivo, ma solo un corridoio per i migranti che vengono inĀ Europa“.
Il piano, ha spiegato, “comprende la necessitĆ diĀ trattare con i Paesi confinantiĀ la Libia da cui partono i migranti. Quanto al controllo delle frontiere Sud, le mie forze possono fornire manodopera, ma voi europeiĀ dovete inviare aiuti: droni, elicotteri, visori notturni, veicoli…”. Sul fatto che l'Italia rispetta l'embargo Onu contro l'invio di materiale bellico in Libia, Haftar ha affermato: “Da tempo dico che tale embargo va cancellato nei riguardi del nostroĀ esercito nazionale. Tutti i Paesi europei interessati a fermare i migranti dovrebbero revocarlo. Il ministro Pinotti comunque ha giĆ accettato un programma di addestramento dei nostriĀ soldati in Italia”.