“Equitalia sta violando la normativa sui tempi di pagamento”. E’ quanto afferma la Cgia di Mestre, secondo la quale nel 2016, Equitalia Spa, soppressa il 1 luglio del 2017, ha saldato le fatture dei propri fornitori in ritardo rispetto ai tempi fissati dalla legge.
Zabeo: “Non solo Equitalia anche Inps e Inail pagano in ritardo”
Il coordinatore della Cgia, Paolo Zabeo, sottolinea: “Quando era chiamata a riscuotere non guardava in faccia nessuno. Nei confronti dei contribuenti era rigorosa, inflessibile e non ammetteva alcuna giustificazione. Quando, per contro, doveva onorare gli impegni contrattuali sottoscritti questa precisione e meticolosità nel rispettare le scadenze sfumava, al punto tale che liquidava i propri fornitori oltre i termini di legge. In altre parole, praticava bene, ma razzolava male”. Ma per la Cgia, Equitalia non è l’unico ente statale che paga in ritardo. Come riferisce l’Ansa, se l’anno scorso Equitalia Spa e Inail hanno pagato i propri fornitori con 13 giorni di ritardo “l’Inps si è comportata peggio onorando gli impegni di pagamento con 29 giorni medi ponderati di ritardo“.
Ritardi da Ministeri e Comuni
Un ritardo che accomuna anche Ministeri e Municipi. Nel 2016 agli Interni hanno saldato le fatture con 58 giorni medi ponderati di ritardo, il ministero della Giustizia lo ha fatto dopo 52, la Difesa dopo 46 e lo Sviluppo Economico dopo 38. I più virtuosi, invece, sono stati il dicastero dell’Ambiente, che ha anticipato il saldo fattura di 7 giorni, e i ministeri degli Esteri e dell’Economia e delle Finanze che, entrambi, hanno liquidato i fornitori 4 giorni prima della scadenza di pagamento.
Tra i Comuni, il peggior pagatore d’Italia è quello di Scicli (Rg) che salda le fatture con 628 giorni di ritardo. Pesantissima anche la situazione dei fornitori dell’amministrazione comunale di Poggio Nativo (Ri) che vengono onorati con 478 giorni di ritardo e per quelli di Torrebruna (Ch) che devono aspettare 415 giorni dopo gli accordi contrattuali intercorsi. Il Comune d’Italia più veloce a onorare i debiti commerciali è Lunamatrona, provincia del Sud Sardegna: di fatto salda i fornitori immediatamente, visto che anticipa il pagamento di 30 giorni. Bene anche Aiello del Friuli (Udine), che anticipa di 29 giorni: Corzano (Brescia), Rogolo (Sondrio), Oldenico (Vercelli) e Cozzo (Pavia), invece, anticipano tutti di 28 giorni.
Tra le Amministrazioni provinciali e le Città Metropolitane la maglia nera è indossata dalla provincia di Verbano Cusio Ossola: in questa realtà territoriale piemontese i pagamenti avvengono con 175 giorni medi ponderati di ritardo. Male anche Ascoli Piceno (111 giorni), Benevento (94) e La Spezia (69). Al contrario, la più veloce a saldare i debiti è la provincia di Udine che anticipa la scadenza di 22 giorni. Bene anche a Pordenone (18 giorni), Sondrio (17) e Rovigo (16).
Caos alle Asl
Tra le Asl, infine, la situazione più difficile si registra nella Capitale: l'”Azienda sanitaria locale Roma E” liquida i propri fornitori con 270 giorni di ritardo, l'”Azienda unità sanitaria locale Roma A”, invece, con 237. Presso l’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, l’attesa, dopo la scadenza contrattuale, dura 192 giorni. Dalla Cgia, infine, ricordano che per gli enti del servizio sanitario nazionale la legge stabilisce che il termine massimo di pagamento dei fornitori avvenga entro 60 giorni. Le Asl più virtuose, invece, si trovano in Lombardia: l'”Agenzia di tutela della salute della Val Padana” e l'”Ats della Montagna” (Valtellina/Alto Lario e Val Camonica) anticipano i pagamenti di 44 giorni. Bene anche l'”Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino” che paga con un anticipo di 43 giorni.