Salito esponenzialmente il numero dei morti provocati dagli incendi che hanno flagellato la California negli ultimi giorni. Da un stima iniziale di 10 vittime, infatti, il bilancio si attesta ora sulle 31 accertate, con ancora 400 dispersi a fronte dei 600 contati inizialmente. Una catastrofe che ha portato, oltre a un alto tributo di vite umane, alla creazione dei presupposti per un disastro ambientale di enormi proporzioni, con il fronte della nube tossica provocata dagli incendi che ha raggiunto dimensioni tali da indurre le autorità locali a giudicare la qualità dell’aria a livelli di guardia (vicini a quelli di Pechino secondo gli esperti) e a chiudere le scuole nell’area di San Francisco, la più colpita dai roghi propagatisi questa settimana, 17 dei quali ancora attivi.
California, disastro da nord a sud
Nei giorni scorsi, gli incendi hanno devastato intere aree dello Stato occidentale degli Usa, riducendo in cenere interi e quartieri e danneggiando seriamente le contee di Napa e Sonoma, dove moltissime aziende vinicole sono andate in fumo a causa delle fiamme. Situazione pressoché simile nelle zone di Mendocino e Santa Rosa, nei pressi della quale un hotel della catena “Hilton” è stato semidistrutto dalla violenza degli incendi: un allarme generale, dunque, che ha portato la California a confrontarsi con uno dei peggiori disastri della sua storia recente, con percentuali altissime di smog e alterazioni del cromatismo del cielo riscontrabili fino alla Silicon Valley e, addirittura, al Golfo di Santa-Cruz Monterrey, oltre 200 chilometri in direzione sud rispetto ai principali focolai.
Spegnimento complesso
Particolarmente gravi i danni nella Napa Valley, nota come la contea del vino: al momento, sono state effettuate imponenti mobilitazioni dei mezzi di soccorso, con oltre 8 mila Vigili del fuoco impegnati sul terreno e ingente apporto da parte di mezzi aerei, non solo Canadair. Tuttavia, nonostante la predisposizione di uomini e macchine, le operazioni di spegnimento procedono a rilento: sta risultando difficile, infatti, arginare i fronti degli incendi, alimentati dalle eccezionali condizioni climatiche (caldo anomalo) e dai venti secchi tipici di questa stagione. Per il momento, sonooltre 70 mila i chilometri quadrati andati in fumo a causa dei roghi, ritenuti fra i più devastanti degli ultimi anni, assieme al disastro del 2003, quando andarono in fumo quasi 3 mila edifici.