Un’imponente catena umana ha cinto l’intero confine della Polonia sabato scorso. Dalla foresta di Bialowiez, confine orientale con la Bielorussia, alle coste del mar Baltico, dalla linea verticale che traccia la divisione con la Germania, ad ovest, ai confini meridionali con Repubblica Ceca e Slovacchia. Non era un esercito di soldati armi in pugno, ma una milizia di devoti cattolici che hanno brandito Rosari e levato al Cielo preghiere.
Un milione di fedeli in preghiera
Erano almeno un milione, secondo stime della stampa locale: laici e religiosi, giovani e anziani, madri con carrozzine al seguito e persone con vessilli polacchi addosso. Ma la diffusione della preghiera è stata virale: in molti hanno recitato il Rosario dalle proprie case, oppure in luoghi pubblici come ospedali o aeroporti.
Hanno scelto una data simbolica, il 7 ottobre, giorno in cui la Chiesa fa memoria della Beata Vergine del Rosario. Questa celebrazione fu istituita inizialmente con il nome di Madonna della Vittoria da Papa Pio V, a perenne ricordo della battaglia di Lepanto, nel 1571, quando i soldati degli Stati cattolici riuniti in una Lega Santa arginarono l’avanzata dei turchi in Europa. Il Pontefice, per
Battaglia spirituale
Lo spirito di battaglia riecheggia ancora oggi, non in senso bellico ma spirituale. “Vogliamo pregare perché l’Europa ha bisogno di restare cristiana per salvare la sua cultura”, ha detto l’arcivescovo di Cracovia, mons. Marek Jedraszewski. L’iniziativa è stata lanciata dall’associazione laica “Solo Dio basta” ed ha raccolto ben presto l’adesione dei vescovi, i quali hanno invitato i fedeli a partecipare.
No a strumentalizzazioni
Lo conferma a In Terris don Pawel Rytel-Andrianik, portavoce della Conferenza episcopale polacca, il quale sottolinea il successo in termini numerici di questo massiccio raduno mariano. “È stato l’evento di preghiera più partecipato in Polonia, superando anche la Giornata mondiale della gioventù del luglio 2016 con il Santo Padre”, spiega.
Ci tiene, il prelato polacco, a scansare i tentativi di “strumentalizzare” l’iniziativa in termini politici o ideologici. Si è trattato – precisa – di “una preghiera per la pace nel mondo, dunque non contro qualcuno, bensì a favore di un patrimonio che interessa tutti i popoli”.
Preghiere per respingere l’ateismo
Pace che per un cristiano non può prescindere dalla presenza di Dio nella società. È per questo che la recita del Rosario ha voluto significare anche un deterrente all’ateismo che penetra in modo sempre più incisivo nella cultura contemporanea. “Noi polacchi, che abbiamo fatto esperienza della tirannia comunista, siamo molto sensibili a questo tema”, afferma don Rytel-Andrianik. “Oltre quarant’anni di ateismo di Stato hanno provato a sradicare la fede cattolica della Polonia – continua – ma grazie a Dio ciò non è avvenuto”.
La minaccia è stata respinta grazie alla devozione, alla preghiera, che sono rimaste basi solide anche in periodi difficili. Ancora oggi è importante salvaguardare quelle“radici cristiane” dai nuovi tentativi di sradicarle, più subdoli rispetto al passato totalitario.
Intolleranza laicista
Segni di questa discriminazione nei confronti della fede cristiana si avvertono anche sulla stampa. Eloquente che su alcune prime pagine, in Italia, l’iniziativa di preghiera polacca sia stata dipinta con toni sprezzanti. I fedeli, immortalati mentre pregano con lo sguardo al cielo e le ginocchia a terra, sono stati definiti “integralisti cattolici”.
Per don Rytel-Andrianik si tratta di “forzature”, perché le persone “hanno voluto solo pregare”. Purtroppo – riflette ancora il religioso polacco – “c’è il tentativo di mostrare la gente che prega in modo negativo e questo viola la libertà di professare la propria fede”.
Il Rosario, l’arma più forte
Nonostante l’ostilità del mondo, i cristiani sanno di aver già vinto nella Resurrezione. “Come diceva spesso San Giovanni Paolo II, molta gente vive come se Dio non esistesse”, spiega il portavoce della Conferenza episcopale, ma “non bisogna avere sconforto”. E ricorda che il Rosario resta il metodo più efficace per evitare una deriva anti-cristiana. “In tutte le occasioni in cui la Madonna è apparsa – ricorda don Rytel-Andrianik – lei ha chiesto di recitare il Rosario”, che è “una preghiera mistica, ma al tempo stesso semplice, per tutti”. Lo conferma il fatto che in Polonia sabato scorso hanno aderito all’iniziativa anche personaggi famosi, sportivi e attori, nonché è giunto il sostegno del primo ministro, Beata Szydlo.
E ora la Polonia è diventata un modello di devozione mariana. Un’iniziativa analoga è stata proposta in Italia oggi, 13 ottobre, in occasione del centenario della sesta apparizione di Fatima. “Sono molto felice”, commenta don Rytel-Andrianik. Le radici cristiane dell’Europa non sono ancora state sradicate.