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Bankitalia, Renzi: “Stupito dalle polemiche, il Governo sapeva”

La mozione del Partito democratico, nella quale si richiedeva la sfiducia nei confronti dell’ex governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, era nota al Governo e, secondo Matteo Renzi, il presidente Gentiloni era d’accordo. L’ex premier, nel corso di un’intervista concessa al “Quotidiano nazionale”, torna sulla questione durante la seconda tappa del suo viaggio in treno, spiegando che “la mozione parlamentare non solo era nota al Governo ma, come sa chi conosce il diritto parlamentare, prevedeva che il Governo desse un parere. Che c’è stato ed è stato positivo”. Una mozione, questa, che aveva aperto più di una breccia in quella solidità che il Pd auspicava nemmeno una settimana fa, in occasione del proprio decennale.

Le critiche a Renzi

A parlare, negli ultimi giorni, erano stati nomi importanti del Nazzareno, fra i quali l’ex sindaco di Roma Veltroni e l’ex Capo di Stato Napolitano, entrambi critici sulle modalità d’azione da parte dei dem con il primo a definire come “incomprensibile e ingiustificabile” la mozione e il secondo, già duro sul Rosatellum, a utilizzare il termine “deplorevole” nei confronti della procedura di sfiducia nei confronti di Visco. “Mi spiace per le polemiche – ha replicato Renzi –  anche se rispetto la loro opinione. Ogni discussione aiuta a crescere, ma rimango stupito nel vedere reazioni così dure a un semplice atto parlamentare. O vogliamo dire che il Parlamento non può discutere?”.

Le contromosse di Visco

La mozione, però, è stata da più parti interpretata come una prova di forza da parte di Renzi, con il risultato di un isolamento strisciante in casa propria per il segretario del Partito democratico, con addirittura il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, a commentare lapidariamente che di “mozioni di questo tipo meno se ne fanno meglio è”. Da parte sua, l’ex premier ha spiegato di non avere “una questione personale con il governatore Visco, il cui mandato scade per legge ad ottobre (il 31, ndr) dopo sei anni di lavoro alla guida della Banca d’Italia. Il Parlamento ha approvato una mozione con il parere positivo del Governo, in cui si esprime un giudizio su ciò che è accaduto in questi anni. O vogliamo far credere che in questi anni sia andato tutto bene?”. Nel frattempo, il diretto interessato le sue mosse le ha fatte, in una sorta di controffensiva nei confronti della sfiducia, prima incontrando il ministro dell’Economia Padoan alla commemorazione dell’economista Federico Caffè (del quale fu allievo), poi il presidente della commissione d’inchiesta sulle banche, Pierferdinando Casini. Un paio di comparse lette dai più come lo specchio delle intenzioni di Visco di non recedere dalla sua posizione e non arretrare di un millimetro sull’intoppo venutosi a creare a una manciata di giorni dalla conclusione del suo mandato.

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