Nuova escalation di violenza in Afghanistan dove due moschee, una sciita a Kabul e una sunnita nella provincia occidentale di Ghor, sono state il bersaglio di due kamikaze che sono riusciti a farsi esplodere in mezzo ai fedeli riuniti in preghiera. Il bilancio parla di almeno 72 morti e 55 feriti. I due attacchi ai luoghi di culto sono stati rivendicati, con un comunicato, dal sedicente Califfato.
L’attacco a Kabul
Nella capitale afghana, il target dell’attentatore suicida è stato la moschea dell’Imam Zaman: qui il kamikaze – con la carica esplosiva nascosta sotto i vestiti – è riuscito ad entrare nella sala dove si svolge la preghiera, ha aspettato che i fedeli prendessero posto. A questo punto, ha prima aperto il fuoco, sparando sui presenti e poi si è fatto esplodere. Il portavoce del ministero dell’Interno, Najib Danish, ha reso noto che in questo attacco sono morte 39 persone, tra cui anche donne e bambini, mentre altre 45 sono state ferite.
L’attentato a Ghor
Nella provincia occidentale di Ghor, invece, un altro kamikaze ha preso di mira una moschea sunnita. Il suo obiettivo era un comandante di una milizia locale, Fazal Ahmad, poi rimasto ucciso nell’esplosione. Il portavoce Danish ha spiegato che “l’attentatore suicida non si è fato scrupolo di sacrificare la vita di 33 civili innocenti, ferendone altri dieci”.
Nella notte tre razzi su Kabul
Ma la capitale afghana, non è stata scossa solo dal sanguinario attentato rivendicato dai jihadisti del Califfato. Infatti, alle prime luci dell’alba i talebani afghani hanno sparato tre razzi che hanno colpito la “zona verde” di Kabul. Uno dei missili ha centrato un muro esterno al’ambasciata dell’Arabia Saudita, mentre un altro è caduto non lontano dal quartier generale della Nato.