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Renzi ottimista: “Tutti d'accordo nel Pd”

E'un Matteo Renzi ottimista quello che si confronta con i giornalisti al termine del mini vertice con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il capogruppo Ettore Rosato, incontrati a bordo del treno dem. Sul futuro del Partito democratico e, più nello specifico, sui rapporti interni fra i vari esponenti, l'ex premier ha affermato che “non ci sono problemi” e che “sulla linea dell'apertura siamo tutti d'accordo”. Non solo i due “ospiti” però: sarebbe in linea con la posizione renziana anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, contattato dallo stesso Renzi e richiedente, prima del colloquio telefonico con il segretario, “atti concreti” per la costruzione di una coalizione. Sulla questione l'ex presidente del Consiglio ha precisato: “Lo ha chiesto prima che lo sentissi al telefono ieri sera. Nel Pd non ci sono problemi, siamo tutti d’accordo”. Circostanza che, concedendosi una battuta, ha definito come “una novità”.

Lavori di coalizione

Con l'orizzonte della Direzione di partito, dove il tema verrà ridiscusso, c'è la consapevolezza di come l'argomento coalizione sia imprescindibile per la futura tornata elettorale del Centrosinistra. Un occhio particolare verrà puntato sulla sponda di Mdp, con Speranza e Bersani apparsi finora poco propensi a presentarsi al voto in blocco con il Pd. L'appuntamento delle urne siciliane, però, ha dimostrato che i consensi “singoli” non bastano per l'affermazione della sinistra, riaprendo nuovamente i lavori sui presupposti che potrebbero portare alla coalizione, come spiegato anche da Rosato. Anche e soprattutto su questo si era incentrata la richiesta di Orlando sugli “atti concreti” da mettere sulla bilancia per convincere il resto della sinistra a presentarsi nel 2018 assieme ai democratici. Dem che, in fase di trattativa, potrebbero avere a che fare con un nuovo leader di sinistra in forte ascesa, Pietro Grasso, che Bersani e D'Alema avevano inquadrato anche come possibile premier. Il presidente del Senato, riferendosi al Nazareno, ha spiegato dal palco del Festival della letteratura di Pescara di non sapere “se sono uscito io dal Pd oppure è il Pd che non c'è più…”.

Grasso: “Per ora ascolto…”

Il capo di Palazzo Madama, recentemente dimessosi dal Partito democratico a seguito dell'approvazione del Rosatellum bis, ha tirato in ballo proprio il nome dell'ex segretario dem Bersani, dopo il quale, a suo giudizio, non c'è più stato il Pd autentico costruito “insieme a Sel, quello del bene comune”, precisando che “quelli erano i valori in cui credevo io, ragazzo di sinistra, e che avevo visto per tutta la vita compressi prima dall'essere magistrato, che deve essere autonomo e indipendente… e poi dal ruolo istituzionale di presidente del Senato”. Sulle possibilità di tornare “a fare politica” e, più in generale, di presentarsi come candidato premier in veste di leader del Centrosinistra, però, Grasso continua a tenersi cauto: “Non lo so, se ci sono le condizioni forse sì devo vedere, per ora ascolto”. Parole non certo di chiusura anche se, prima di avanzare nomi, andrà stabilita quella che sarà l'identità della sinistra che si presenterà alle elezioni.

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