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Nuovo studio rivela: non esiste la materia oscura

Crollano alcune delle teorie scientifiche che hanno segnato il nostro secolo. La scoperta della materia oscura, che compone circa il 95% dell'universo, in realtà potrebbe non esistere. E' quanto emerge da un nuovo studio diretto da André Maeder, ricercatore dell’Università di Ginevra. Per lo studioso, infatti, i fenomeni osservati potrebbero essere spiegati anche senza invocare la materia e l'energia oscura (la prima è richiesta dal moto delle stelle e delle galassie, mentre l’energia oscura dall’espansione accelerata dell’Universo). La ricerca, pubblicato sull’ultimo numero della rivista The Astrophysical Journal, fa riferimento un nuovo modello teorico e sembra in grado di risolvere due dei più grandi misteri dell’astrofisica.

La materia oscura

Come riprota il 'Global Science', la scoperta della presenza di una materia “invisbile” risale al 1993, quando Fritz Zwicky ne ipotizzò l’esistenza. Un’importante conferma arrivò negli anni ‘70, con l’osservazione da parte dell’astronoma statunitense Vera Rubin dei moti delle stelle. Da allora gli scienziati lavorano con grande impegno per identificare le particelle che compongono questa materia oscura, ma fino ad ora le loro ricerche sono state infruttuose. Nel 1998 c’è stato un secondo scossone nel campo dell’astronomia: un team internazionale di ricercatori scoprì che l’Universo si espande in maniera accelerata. La responsabile di questa espansione, la cosiddetta energia oscura, rimane a tutt’oggi un grande enigma, sebbene rappresenti circa il 70 percento di tutto ciò che osserviamo nel cosmo.

Un nuovo modello

Attualmente la nostra rappresentazione dell’Universo e della sua evoluzione richiede un momento iniziale, chiamato Big Bang, e una successiva espansione. “In questo modello c’è un’ipotesi iniziale che non è stata presa in considerazione, secondo me – dichiara Maeder, professore presso il dipartimento di Astronomia dell’Università di Ginevra -. Con questo intendo l’invarianza di scala dello spazio vuoto, in altre parole il fatto che lo spazio vuoto e le sue proprietà non cambiano in seguito a una dilatazione o una contrazione”. Sulla base di questa considerazione, il professore ha poi sviluppato un nuovo modello cosmologico eseguendo una serie di test, scoprendo che la sua nuova teoria concorda con le osservazioni, ed è in grado di predire l’espansione accelerata dell’Universo senza dover chiamare in causa l'energia oscura. In altre parole, l’energia oscura potrebbe non esistere, poiché l’accelerazione dell’espansione potrebbe essere contenuta nelle equazioni della fisica.

Aperto il dibattito

Il ricercatore tiene in considerazione anche la legge di gravitazione universale di Newton, che però subisce delle variazioni quando si tiene conto del nuovo modello, poiché contiene un termine di accelerazione che diventa particolarmente significativo a basse densità. Applicando questa norma modificata agli ammassi di galassie e alle loro velocità reciproche, si ottengono masse che concordano con la materia visibile, rendendo inutile invocare una componente di materia aggiuntiva. Con un ulteriore test, Maeder è riuscito a dimostrare che la legge di gravitazione modificata prevede anche delle alte velocità raggiunte dalle stelle nelle regioni esterne delle galassie (come osservato da Rubin) senza dover ricorrere alla materia oscura. Uno studio che fa discutere e divide la comunità degli astronomi, sollevando dubbi e non poche polemiche.

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