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“Dai capi religiosi una sola voce contro la violenza”

Prosegue la visita in Bangladesh di Papa Francesco che dopo aver incontrato il primo ministro bengalese Shekh Hasina nella Nunziatura, si è recato nella Cattedrale di Dhaka, che fa parte del complesso dell’Arcivescovado. E' stato accolto nel cortile dal cardinale Patrick D’Rozario, che ha accompagnato il S. Padre in Cattedrale. Lungo il percorso, il Papa ha benedetto le targhe commemorative delle visite papali a Dhaka: quella di Paolo VI, il 27 novembre 1970; di San Giovanni Paolo II, il 19 novembre 1986; e quella odierna. Francesco ha benedetto anche i due nuovi edifici per gli anziani e per i sacerdoti, poi ha salutato una ventina di membri del Comitato Organizzatore. In Cattedrale, dove ad attenderlo c'erano circa 700 fedeli, il S. Padre è stato ricevuto dal parroco, da un sacerdote e da una religiosa. Il Papa ha pregato nella Cappella del Santissimo e poi sulla tomba dei tre precedenti Ordinari di Dhaka. Quindi, sempre a piedi, ha raggiunto la casa dei sacerdoti anziani, nel complesso dell’Arcivescovado, per l’incontro con i 10 vescovi del Bangladesh.

I laici

“Quanto è bene per noi stare insieme! – ha detto il Papa dopo il saluto del cardinale D’Rozario – Ho particolarmente apprezzato il suo riferimento al lungimirante Piano Pastorale del 1985, che ha messo in luce i principi evangelici e le priorità che hanno guidato la vita e la missione della comunità ecclesiale in questa giovane nazione. La mia personale esperienza di Aparecida, che ha lanciato la missione continentale in Sud America, mi ha convinto della fecondità di tali piani, che coinvolgono l’intero popolo di Dio in un continuo processo di discernimento e di azione. La realtà della comunione è stata al cuore del Piano Pastorale e continua ad ispirare lo zelo missionario che distingue la Chiesa in Bangladesh”.  Il Papa ha esortato i vescovi, molto impegnati nelle visite pastorali, a “perseverare in questo ministero di presenza, che solo può stringere legami di comunione unendovi ai vostri sacerdoti, che sono vostri fratelli, figli e collaboratori nella vigna del Signore, e ai religiosi e alle religiose che rendono un così fondamentale contributo alla vita cattolica in questo Paese. Nello stesso tempo, vi chiederei di mostrare una vicinanza anche più grande verso i fedeli laici. Bisogna promuovere la loro effettiva partecipazione nella vita delle vostre Chiese particolari, non da ultimo tramite le strutture canoniche che fanno sì che le loro voci vengano ascoltate e le loro esperienze apprezzate. Riconoscete e valorizzate i carismi dei laici, uomini e donne, e incoraggiateli a mettere i loro doni al servizio della Chiesa e della società nel suo complesso. Penso qui ai numerosi zelanti catechisti di questa nazione, il cui apostolato è essenziale alla crescita della fede e alla formazione cristiana delle nuove generazioni. Essi sono veri missionari e guide di preghiera, specie nelle zone più remote. Siate attenti ai loro bisogni spirituali e alla loro costante formazione nella fede”.

I giovani

Il Papa ha poi fatto riferimento al prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani: “Siamo tutti sollecitati a riflettere su come rendere meglio partecipi i nostri giovani della gioia, della verità e della bellezza della nostra fede. Il Bangladesh è stato benedetto con vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa; è importante assicurare che i candidati siano ben preparati per comunicare le ricchezze della fede agli altri, particolarmente ai loro contemporanei. In uno spirito di comunione che unisce le generazioni, aiutateli a prendere in mano con gioia ed entusiasmo il lavoro che altri hanno iniziato, sapendo che essi stessi un giorno saranno chiamati a loro volta a trasmetterlo”.

Le famiglie

Apprezzato il lavoro svolto con e per le famiglie: “Una notevole attività sociale della Chiesa in Bangladesh è diretta all’assistenza delle famiglie e, specificamente, all’impegno per la promozione delle donne – ha sottolineato il Papa – La gente di questo Paese è nota per il suo amore alla famiglia, per il suo senso di ospitalità, per il rispetto che mostra verso i genitori e i nonni e la cura verso gli anziani, gli infermi e i più indifesi. Questi valori sono confermati ed elevati dal Vangelo di Gesù Cristo. Una speciale espressione di gratitudine è dovuta a tutti coloro che lavorano silenziosamente per sostenere le famiglie cristiane nella loro missione di dare quotidiana testimonianza all’amore riconciliante del Signore e nel far conoscere il suo potere di redenzione”.

I poveri

Un obiettivo significativo indicato nel Piano Pastorale, e che si è davvero dimostrato profetico, è l’opzione per i poveri. La Comunità cattolica in Bangladesh può essere fiera della sua storia di servizio ai poveri, specialmente nelle zone più remote e nelle comunità tribali; continua questo servizio quotidianamente attraverso il suo apostolato educativo, i suoi ospedali, le cliniche e i centri di salute, e la varietà delle sue opere caritative. Eppure, specie alla luce della presente crisi dei rifugiati, vediamo quanto ancora maggiori siano le necessità da raggiungere! L’ispirazione per le vostre opere di assistenza ai bisognosi sia sempre la carità pastorale, che è sollecita nel riconoscere le umane ferite e rispondere con generosità, a ciascuno personalmente. Nel lavorare per creare una “cultura di misericordia”, le vostre Chiese locali dimostrano la loro opzione per i poveri, rafforzano la proclamazione dell’infinita misericordia del Padre e contribuiscono in non piccola misura allo sviluppo integrale della loro patria”.

Dialogo ecumenico

Il Papa ha concluso il suo discorso agli ordinari bengalesi facendo riferimento al successivo incontro ecumenico, invitando i vescovi ad adoperarsi “incessantemente a costruire ponti e a promuovere il dialogo, non solo perché questi sforzi facilitano la comunicazione tra diversi gruppi religiosi, ma anche perché risvegliano le energie spirituali necessarie per l’opera di costruzione della nazione nell’unità, nella giustizia e nella pace. Quando i capi religiosi si pronunciano pubblicamente con una sola voce contro la violenza ammantata di religiosità e cercano di sostituire la cultura del conflitto con la cultura dell’incontro, essi attingono alle più profonde radici spirituali delle loro varie tradizioni”. Al termine dell'incontro il S. Padre ha benedetto 7 sacerdoti malati prima di recarsi nel giardino dell’Arcivescovado per l’incontro Interreligioso ed Ecumenico per la Pace.

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