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“Aggiornate il 'software' che Dio ha messo in voi”

Era uno degli eventi più attesi del suo viaggio in Asia: quello di Papa Francesco con i giovani è stato un momento di gioia e colori, reso speciale dagli oltre 7 mila ragazzi accorsi al Notre Dame College di Dacca per salutare il Pontefice, portare una testimonianza e ascoltare le sue parole di speranza e incoraggiamento. A loro, il Papa si è rivolto con un linguaggio consono alla loro giovane età, incentrando il suo discorso sull'importanza di scegliere la giusta strada nel proprio percorso di vita, dicendo di sentirsi “ringiovanire ogni volta che li incontra”. Al fine di non “girovagare senza meta”, il Santo Padre ha esortato i giovani a perseguire lo “scopo datoci da Dio. Egli – ha precisato – ci guida, orientandoci con la sua grazia. E' come se avesse posizionato dentro di noi un software, che ci aiuta a discernere il suo programma divino e a rispondergli nella libertà”. Ma, come ogni software che si rispetti, anche questo “necessita di essere costantemente aggiornato. Tenete aggiornato il vostro programma, prestando ascolto al Signore e accettando la sfida di fare la sua volontà”.

La sapienza di Dio

Riferendosi alle parole di testimonianza di uno dei ragazzi, Anthony, Papa Francesco ha invitato a riflettere sulla sapienza: “Quando si passa dal viaggiare al girovagare senza meta, tutta la sapienza è persa! La sola cosa che ci orienta e ci fa andare avanti sul giusto sentiero è la sapienza che nasce dalla fede. Non è la falsa sapienza di questo mondo ma quella che si intravede negli occhi dei genitori e dei nonni, che hanno posto la loro fiducia in Dio”. Un carisma che ci guida e ci aiuta “a riconoscere e respingere le false promesse di felicità”. Questo perché, ha detto ancora il Pontefice, “una cultura che fa false promesse non può liberare” ma “porta solo a un egoismo che riempie il cuore di oscurità e amarezza”. La sapienza di Dio, invece, “ci aiuta a sapere come accogliere e accettare coloro che agiscono e pensano diversamente da noi. E' triste quando cominciamo a chiuderci nel nostro piccolo mondo e ci ripieghiamo su noi stessi. Allora facciamo nostro il principio del “come dico io o arrivederci” e rimaniamo intrappolati, chiusi in noi stessi”.

Il carisma di colmare le distanze

Ma la sapienza, ha spiegato ancora il Santo Padre, “ci aiuta anche a guardare oltre noi stessi per riconoscere la bontà del nostro patrimonio culturale”. E, facendo nuovamente riferimento al fondamentale ruolo dei nonni, ha affermato che essi “ci aiutano ad apprezzare la continuità delle generazioni. Portano con sé la memoria e la sapienza esperienziale, che ci aiuta a evitare di ripetere gli errori del passato”. Gli anziani, ha detto, possiedono “il 'carisma di colmare le distanze', in quanto assicurano che i valori più importanti vengano tramandati ai figli e ai nipoti”. Come affermato dal Papa, “attraverso le loro parole, il loro amore, il loro affetto e la loro presenza, comprendiamo che la storia non è iniziata con noi, ma che siamo parte di un antico “viaggiare” e che la realtà è più grande di noi. Parlate con i vostri genitori e nonni; non passate tutta la giornata col cellulare, ignorando il mondo attorno a voi!”. Riprendendo la parola conclusiva delle due testimonianze dei due giovani, Upasana e Anthony, il Pontefice ha concluso l'incontro parlando della speranza: “La sapienza di Dio rafforza in noi la speranza e ci aiuta ad affrontare il futuro con coraggio. Noi cristiani troviamo questa speranza nell’incontro personale con Gesù nella preghiera e nei Sacramenti, e nell’incontro concreto con Lui nei poveri, nei malati, nei sofferenti e negli abbandonati”. Un invito alla preghiera, indirizzata anche verso di lui, ha concluso il viaggio di Papa Francesco in Bangladesh: un congedo gioioso, prima di far rotta verso Roma, dove arriverà alle 23 (ora italiana).

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