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Amnesty accusata di ricevere fondi illeciti da Soros

La campagna di Amnesty International per rendere meno restrittiva la legge sull'aborto in Irlanda, potrebbe essere stata alimentata da denaro ricevuto in modo illecito dalla Fondazione Open Society di George Soros. Si tratterebbe di una cifra intorno ai 150mila dollari (circa 127mila euro). Lo scandalo, che sta catalizzando le attenzioni dell'opinione pubblica irlandese in questi giorni, nasce a seguito di una petizione lanciata a novembre da CitizenGo. La piattaforma on-line aveva segnalato la formale accusa dell'agenzia governativa di vigilanza sull'elargizione di fondi, la Sipo (Standars in Public Office Commission), nei confronti di Amnesty, per aver violato la legge sui finanziamenti a “scopi politici”. L'organizzazione umanitaria avrebbe, infatti, ricevuto sovvenzioni da enti stranieri non direttamente operanti nel Paese.

La campagna per l'aborto

Era stata la stessa Amnesty Ireland ad aver reso noto sul proprio sito internet di aver ricevuto donazioni da parte della Fondazione Open Society di George Soros per finanziare “It's time”, la campagna verso il referendum sulla depenalizzazione dell'aborto del prossimo maggio 2018. L'azione di lobbying da parte della Fondazione del noto finanziere si sarebbe, tuttavia, scontrata con la legislazione irlandese, la quale vieta finanziamenti superiori a 100 euro di natura politica provenienti da enti che non abbiano in Irlanda alcuna sede. E la Open Society non ha alcuna sede in Irlanda.

Ora l'agenzia governativa ha chiesto all'ufficio di Dublino di Amnesty di restituire i 150mila dollari ricevuti. Le indagini avrebbero riguardato altre due associazioni abortiste locali risultate anch'esse beneficiarie dei fondi di Soros dopo la diffusione di documenti riservati dell'Open Society, in cui si affermava tra l'altro che “con una delle leggi sull'aborto più restrittive del mondo, una vittoria in Irlanda impatterebbe anche in altri Paesi molto Cattolici in Europa, come la Polonia, e proverebbe ancor più che un cambiamento è possibile anche in Paesi fortemente conservatori”.

La difesa di Amnesty

Dal canto suo, Amnesty Ireland si è difesa per bocca del suo amministratore delegato, Colm O'Gorman, che ha dichiarato all'Irish Times: “Ci viene chiesto di rispettare una legge che viola i diritti umani, e non possiamo farlo”. O'Gorman ha sottolineato che nel 2016, una prima indagine del Sipo non aveva rilevato nulla di illecito. Secondo il rappresentante di Amnesty in Irlanda, l'agenzia governativa avrebbe oggi ricevuto pressioni da CitizenGo.

In una nota di Amnesty, l'amministrazione delegato ha quindi lanciato una dura accusa: “L'Irlanda sta prendendo di mira Amnesty International esclusivamente per il suo lavoro sui diritti umani“. E ancora: “Amnesty International non rispetterà le istruzioni del Sipoc e userà tutti i mezzi a sua disposizione per contestare questa legge ingiusta“.

L'ambiguo ruolo di Open Society

Non è la prima volta che la Fondazione Open Society si trova al centro di controverse vicende. Tra le organizzazioni più influenti e ricche al mondo, eroga fondi – come si legge in questo documento redatto dall'organizzazione stessa – per sostenere in Europa attività considerate “benefiche” che vanno dalla sensibilizzazione a favore dei diritti lgbt a quelli dei migranti, passando appunto per le campagne pro-aborto. Ma la Open Society è stata spesso accusata di “minare la democrazia” in Paesi membri dell'Unione Europea. Accuse, tuttavia, sempre respinte dalla Fondazione di George Soros.

Sul tema è intervenuto Filippo Savarese, responsabile CitizenGo Italia. “È la seconda volta che CitizenGo intralcia le colonizzazioni ideologiche in tutto il mondo della Fondazione di Soros – ha detto a In Terris -. Era già successo in occasione del tour in Sud America del nostro Bus anti-Gender. CitizenGo si candida volentieri a diventare l'anti-Soros per difendere ovunque i valori della Vita, della Famiglia e della Libertà educativa”.

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