Niente numero legale in Senato e, quindi, niente Ius soli: il ddl sulla cittadinanza ai figli di immigrati, a questo punto, tramonta definitivamente nel giorno dell'ok di Palazzo Madama alla manovra, segnando l'ultimo smacco per una legislatura ormai in dirittura d'arrivo. Il presidente Grasso, constatato il mancato raggiungimento del numero necessario per il corretto svolgimento dell'esame delle pregiudiziali (assenti 29 dem, i 5 stelle e molti centristi), ha rimandato la seduta al 9 gennaio prossimo, all'odg “comunicazioni del presidente”: in sostanza, è lo stop finale a una legge che, tra controversie, posticipi e ritardi, almeno in questa legislatura non sarà votata.
Calderoli: “Colpito e affondato”
Il naufragio dello Ius soli fa esultare diversi fronti politici a cominciare da Fratelli d'Italia e dalla Lega nord. Del resto, il vicepresidente del Senato Calderoli si è assunto il merito di aver assestato il colpo decisivo alla ddl, essendo partita da lui la richiesta di verifica del numero legale: “Sulla mia pregiudiziale di costituzionalità sullo Ius soli e sulla mia richiesta di verifica del numero legale, nell’aula del Senato è mancato il numero legale e il ddl, come avevo già annunciato ieri, è definitivamente naufragato. Colpito e affondato. Morto e sepolto. Per me è una grande vittoria, perché sono stato io in questi due anni e mezzo, con le mie decine di migliaia di emendamenti, a bloccare in commissione e poi in Aula questa assurda e inutile proposta di legge che serviva solo a regalare un milione di nuovi voti al Pd”. Va detto che, pur in presenza del numero legale, sarebbe stato difficile arrivare all'approvazione dello Ius soli prima dello scioglimento delle Camere, dal momento che la discussione odierna riguardava il solo esame delle pregiudiziali. Soddisfatto anche Maurizio Gasparri di FI il quale, parlando a nome del suo gruppo, ha espresso orgoglio per “aver fatto naufragare una legge folle”.
Unicef: “Scempio parlamentare”
Dichiarazioni, queste, che si contrappongono a quella rilasciata da Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, il quale ha parlato di “un atteggiamento davvero inaccettabile”, riferendosi a “bambini e ragazzi”. Secondo Iacomini “l'Italia ha violato l'art.2 della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza in materia di non discriminazione, è un dato di fatto malgrado le continue raccomandazioni dei Comitati Onu”. L'appello del portavoce Unicef è a quella “buona Italia che, come sempre, sopperirà alle assurdità dei calcoli elettorali. Saranno quei cittadini della società civile e delle associazioni che continueranno a lavorare seriamente ogni giorno per arginare i danni di questo ennesimo scempio parlamentare e faranno capire a questi 800 mila minori quantoessi contino per gli adulti responsabili del Paese”.