La sindaca di Roma Virginia Raggi ha annunciato sul suo profilo Facebook di aver “chiesto al Tribunale di Roma il giudizio immediato nel procedimento aperto nei miei confronti dalla procura capitolina. Desidero che sia accertata quanto prima la verità giuridica dei fatti. Sono certa della mia innocenza e non voglio sottrarmi ad alcun giudizio. Ho piena fiducia nella giustizia e credo fermamente che la trasparenza sia uno dei valori più importanti della nostra amministrazione”.
La sindaca dovrebbe comparire il prossimo 9 gennaio davanti al giudice per l'udienza preliminare che dovrebbe pronunciarsi sull'eventuale rinvio a giudizio per falso chiesto dal pm Dall'Olio. Ora sarà il Gip a decidere: se la sua richiesta sarà accolta, Virginia Raggi eviterà un processo in piena campagna elettorale. “Non parteciperemo all'udienza preliminare, perché avendo depositato la richiesta di giudizio immediato il Gup può decidere lo stralcio della nostra posizione e il rinvio a un altro Gip”, ha spiegato infatti il legale di Raggi, Alessandro Mancori. Il giudizio immediato è un rito alternativo con il quale si salta l'udienza preliminare e si va direttamente in dibattimento.
La prima cittadina è accusata di aver mentito nelle sue dichiarazioni alla responsabile Anticorruzione del Comune sulla promozione al vertice del Dipartimento Turismo di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex braccio destro della sindaca e all'epoca capo del Personale del Campidoglio. Una promozione con aumento di stipendio di circa 20.000 euro che sarebbe stata assunta, secondo la Procura e l'autorithy, in violazione del regolamento che vieta ai dirigenti di partecipare alle nomine dei parenti. Per questa vicenda Raffaele Marra è accusato di abuso d'ufficio. La Procura ha invece chiesto l'archiviazione nei confronti della Raggi per il reato di abuso d'ufficio sia per la nomina di Renato Marra che per la nomina a capo della segreteria politica di Salvatore Romeo.
La Raggi aveva dichiarato “autonoma ed esclusiva responsabilità di nomina, in base ai criteri di merito, professionalità ed esperienza acquisita”, sottolineando di essere “a conoscenza del rapporto di parentela tra il dottor Raffaele Marra e il dottor Renato Marra, sin dal giorno del mio insediamento quale sindaca di Roma Capitale. Posso però affermare che il ruolo del direttore del Personale Raffaele Marra è stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali. Il dottor Marra si è limitato a compiti di mero carattere compilativi”. Dichiarazioni ritenute false dagli inquirenti.