E'la star del firmamento: si chiama ufficialmente Kic 8462852 ma è più conosciuta come stella di Tabby – in omaggio a Tabetha Boyajian, la ricercatrice dell'università della Louisiana che l'ha scoperta – e dista circa 1500 anni luce dalla terra.
Cali di luminosità
Ha catturato l’attenzione degli scienziati e l’immaginazione del pubblico per la sua luminosità stranamente fluttuante: unico caso fra le oltre 200mila stelle misurate dal satellite Kepler della Nasa in quattro anni, la luminosità di Tabby è stata vista variare fino al 22 per cento in un giorno solo. Cali anomali che avevano fatto pensare, tra le diverse ipotesi, anche all'esistenza di megastrutture costruite da civiltà aliene.
Ipotesi, quest'ultima, ora scartata da un gruppo di oltre 200 ricercatori, coordinati da Tabetha Boyajian, che hanno verificato doversi trattare di “un fenomeno più ordinario”, probabilmente un disco di polveri. “I nuovi dati mostrano che qualsiasi cosa ci sia tra noi e la stella non è opaco, come potrebbe essere un pianeta o una megastruttura aliena”, rileva Boyajian su Ansa. “Esclusi gli alieni, rimangono plausibili altre ipotesi – conclude la ricercatrice – come il passaggio di comete“.
Crowdfunding
Fatto unico nel suo genere, la scoperta è stata resa possibile dal grande pubblico che Tabby ha sui social e tra gli astrofili in genere. Infatti, tramite la campagna di crowdfunding Kickstarter, più di 1.700 persone hanno donato oltre 100.000 dollari per finanziare un network di telescopi con gli occhi puntati sulla stella. Così, dallo scorso maggio, sono stati rilevati 4 diversi episodi di cali di luminosità, chiamati rispettivamente Elsie, Celeste, Scara Brae e Angkor. Questi ultimi due in omaggio ad antiche città perdute di Scozia e Cambogia, perchè – ha evidenziato Boyajian – “ciò che stiamo guardando sulla stella è avvenuto più di 1.000 anni fa“. Con buona pace degli alieni.