La solidarietà può diventare un reato? In Francia sì. E' infatti proprio questa l'accusa contestata a Martine Landry, un'attivista di Amnesty International. “Delitto di solidarietà” (“délit de solidarité) è il reato per cui dovrà comparire domani davanti al Tribunale di Nizza.
Landry è sotto accusa per “aver facilitato l'entrata in Francia di due minori stranieri in situazione irregolare” attraverso la frontiera di Ventimiglia, al confine italo-francese. L'esponente di Amnesty rischia fino a 5 anni di carcere e 30mila euro di multa. Landry segue per Amnesty una missione di osservazione sulla questione di migranti e rifugiati alla frontiera franco-italiana, in collaborazione con gli attivisti della Liguria.
Paolo Bensi, responsabile della circoscrizione Liguria di Amnesty International, annuncia la presenza al processo di attivisti liguri per la tutela dei diritti di migranti e rifugiati: “No alla criminalizzazione della solidarietà per i rifugiati e più tutela per i minori migranti – afferma Bensi – Il 28 luglio 2017, la polizia italiana alla frontiera di Ventimiglia aveva rinviato a piedi verso la Francia due quindicenni della Guinea, che viaggiavano non accompagnati. Dal lato francese della frontiera, Martine Landry li aveva poi riaccompagnati alla polizia di frontiera (Paf), con documenti che testimoniavano la domanda di presa in carico dei due minorenni da parte dell'Ase (Aiuto Sociale all'Infanzia), da cui essi sono poi stati accolti. Si auspica che questo processo sia l'occasione per il governo francese di modificare una legislazione che penalizza l'aiuto della cittadinanza a migranti e rifugiati” conclude l'esponente italiano di Amnesty.