Dopo la sconfitta inflitta al sedicente Stato Islamico, le truppe americane della coalizione anti-Isis in Iraq hanno cominciato a ritirarsi. Si tratta della prima riduzione di contingente dall'inizio della guerra contro il Califfato, iniziato oltre tre anni fa. La conferma è arrivata anche dai contractor della base americana in Iraq.
Dall'Iraq all'Afghanistan
Lo scorso 10 dicembre, il ministro iracheno Haidar Al-Abadi, ha annunciato la sconfitta dell'Isis. Nell'ultima settimana, ha scritto Usa Today, decine di soldati americani sono stati trasportati con voli giornalieri dall'Iraq all'Afghanistan, insieme ad armi e attrezzature. Ora due funzionari iracheni hanno riferito che è stato raggiunto un accordo in questo senso con le autorità di Baghdad, sottolineando che il processo di ritiro non è ufficialmente iniziato. Tuttavia, secondo quanto confermato da un giornalista dell'Associated Presse a Usa Today, sono stati notati dei “movimenti” presso la base si Al-Asad nell'Iraq occidentale. Non è stato però specificato quanti militari abbiano effettivamente lasciato l'Iraq.
In Iraq un contingente per addestrare le forze locali
Secondo una fonte irachena vicina al primo ministro al-Abadi, il 60 per cento delle truppe americane sarà ritirato dall'Iraq, secondo l'accordo iniziale stipulato con gli Stati Uniti. Nel Paese, secondo quanto previsto dall'intesa, resteranno circa 4.000 soldati statunitensi che avranno il compito di continuare ad addestrare l'esercito iracheno.
La guerra contro l'Isis
Gli Stati Uniti hanno lanciato il primo attacco aereo contro i jihadisti dello Stato Islamico nell'agosto del 2014. All'epoca, l'intervento miliare venne descritto come “limitato”, ma l'impegno delle truppe statunitensi all'interno della coalizione anti-Isis è cresciuto costantemente.