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Meloni: “Più politiche familiari, bando all'utero in affitto”

“Il più imponente piano di sostegno alla famiglia e alla natalità della storia del popolo italiano”. Così Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, presenta le ambizioni del suo partito per invertire una tendenza demografica in discesa impressionante.

Intervistata da In Terris, l’ex ministro della Gioventù reduce dalla “manifestazione anti-inciucio” di ieri a Roma, spiega come finanzierebbe l’imponente piano e sviscera anche altri temi preminenti della campagna elettorale: migranti, lavoro, sicurezza, tasse, rapporto con l’Europa.

On. Meloni, gli ultimi dati Istat sulla natalità suonano come campane a lutto sul futuro dell’Italia. Fratelli d’Italia ha annunciato un massiccio piano di sostegno alla natalità. Quali sono le principali proposte di questo piano?
“Il crollo della natalità è la più grave emergenza nazionale che l’Italia si trova ad affrontare. Quando saremo al Governo Fratelli d'Italia metterà in campo il più imponente piano di sostegno alla famiglia e alla natalità della storia del popolo italiano. Le nostre proposte sono molto concrete: asili nido gratuiti per tutti e aperti fino all’orario di chiusura dei negozi e anche d’estate; istituzione del ‘reddito bimbo’, ovvero un sostegno diretto di 400euro mensili per i primi sei anni di vita di ogni bambino; introduzione del quoziente familiare in ambito fiscale; deducibilità del costo del lavoro domestico; congedo parentale coperto all’80% fino ai sei anni di età del bambino; incentivi alle aziende che assumono donne in età fertile; progressiva eliminazione dell’Iva sui prodotti dell’infanzia”.

È un piano dispendioso. Come compensare questa spesa?
“Il piano costa circa 15 miliardi di euro e abbiamo già trovato le coperture: rimodulazione degli assegni familiari, un buon utilizzo dei fondi europei, la riduzione dei costi dell’accoglienza, lo sblocco del limite per l’uso del contante, il riordino delle partecipate, la web tax e il recupero dell’evasione dei grandi gruppi”.

Il tema della natalità è strettamente legato a quello del lavoro. Lei si è più volte espressa contro la “globalizzazione incontrollata”. Quali sono i limiti di questo sistema?
“L’Italia non teme la concorrenza sui mercati mondiali fin dai tempi delle Repubbliche marinare. Noi non siamo contro il libero mercato ma contro la globalizzazione incontrollata e senza regole, che indebolisce l’economia reale e rivede al ribasso i diritti dei lavoratori. Quando saremo al Governo intendiamo portare avanti una politica economica basata sulla difesa del lavoro, dell’industria e dell’agricoltura italiani dalla concorrenza sleale e dalle direttive europee che li penalizzano”.

Prevedete interventi per scoraggiare la delocalizzazione?
“Noi vogliamo sostenere la produzione industriale e agricola riconoscibile come marchio Italia e chi non delocalizza all’estero. Vogliamo introdurre la flat tax ridotta solo per le imprese che producono nella nostra Nazione con la manodopera locale e la superdeduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta densità di lavoro. In altre parole: più assumi in Italia, meno paghi di tasse”.

Tornando a un tema cosiddetto “etico”, diverse coppie di italiani hanno aggirato i divieti della legge 40 andando all’estero ad “affittare” uteri per avere bambini. Fratelli d’Italia intende arginare questo fenomeno?
“Per la sinistra è una realtà da accettare che esistano donne che vendono i loro figli e coppie che li comprano strappandoli dal grembo materno. Per noi invece l’utero in affitto è una barbarie che deve diventare reato universale”.

C’è già una legge ferma in Parlamento su questo: la rilancerebbe o ne farebbe una nuova?
“Fratelli d’Italia ha già depositato in questa legislatura una proposta di legge che prevede di introdurre la punibilità del reato anche se commesso all’estero, applicando le stesse pene già previste dalla legge 40 per chi viola sul nostro territorio nazionale il divieto di ricorrere a questa pratica”.

Prima ha parlato di riduzione dei costi dell’accoglienza. Più in generale, quale sarebbe il comportamento di un governo di Fratelli d’Italia rispetto all’attuale situazione dei flussi migratori?
“La proposta di Fratelli d’Italia sull’immigrazione è semplice: controllare e difendere i confini nazionali, come fanno tutti gli altri Stati europei. È falso sostenere che l’Italia è più esposta all’immigrazione incontrollata per ragioni geografiche rispetto ad altre Nazioni europee. Il problema dell’Italia non sono i suoi confini o le sue coste: il problema dell’Italia è avere avuto il Pd a Palazzo Chigi. Quando saremo al Governo Fratelli d’Italia sancirà un principio chiaro: in Italia non si entra illegalmente. Se c’è da fare il blocco navale, si farà il blocco navale; se c’è da costruire muri, si costruiranno muri; se c’è bisogno di scavare trincee, scaveremo trincee”.

C’è però il dramma dei profughi che fuggono da guerre e persecuzioni…
“Bisogna separare il fenomeno dell’immigrazione da quello dei profughi. Noi vogliamo governare l’immigrazione regolare tramite il decreto flussi con il quale stabilire annualmente quante persone possono entrare legalmente in Italia, dando priorità a coloro che provengono da Nazioni a maggioranza cristiana e a quelle nazionalità che hanno dimostrato di volersi integrare e che non creano problemi di sicurezza. I profughi saranno, invece, tutelati secondo le norme del diritto internazionale. Noi vogliamo concedere asilo solo alle donne, ai bambini e ai nuclei familiari che fuggono veramente dalla guerra”.

Per quanto riguarda il rapporto con l’Europa, lei ha detto che vorrebbe attuare una “clausola di supremazia”. In cosa consiste?
“Fratelli d’Italia vuole introdurre in Costituzione questa clausola di supremazia, già prevista nell'ordinamento tedesco, per sancire che le norme europee che ledono i nostri interessi nazionali non sono applicabili. Dobbiamo seguire l’esempio della Germania: nella Costituzione tedesca c’è una norma che impedisce di recepire le direttive Ue che vanno contro l'interesse nazionale”.

Cambierebbe anche l’art. 75 della Costituzione, che vieta di svolgere un referendum popolare sui trattati internazionali?
“Assolutamente. Proponiamo di modificare la Costituzione introducendo una ‘riserva di sovranità’ che impedisca l'adesione a trattati che mettano in discussione la sovranità popolare”.

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