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Torna il Bus che non piace ai “colonizzatori ideologici”

Un'altra settimana in tutta Italia per difendere il diritto dei genitori di educare liberamente i loro figli, contro gli attacchi di quella che lo stesso Papa Francesco ha definito la 'colonizzazione ideologica' del gender nelle scuole”. Così gli organizzatori annunciano il ritorno nelle strade italiane, dal 20 febbraio, del Bus della Libertà, iniziativa promossa da Generazione Famiglia e dalla piattaforma online CitizenGo e già andata in scena a settembre, tra sostegni e polemiche.

Non possiamo tollerare che insegnino ai nostri figli e nipoti che si può scegliere sin dalla più tenera età se essere maschi, femmine o altri 'generi' neutrali”, si legge ancora sul sito ad hoc per sostenere l'iniziativa. “Abbiamo aumentato le tappe del tour rispetto alla volta scorsa – proseguono gli organizzatori – per raggiungere città in cui non eravamo potuti arrivare. Se ci aiuterete a renderlo possibile, nei prossimi tour potremo aumentarle ancor più!“.

Le tappe

Il grosso automezzo arancione arrecante sulla fiancata la scritta “La natura non si sceglie” e “#StopGender nelle scuole”, inizierà il suo viaggio dal “più bel chilometro d'Italia”, come Gabriele D'Annunzio definì il lungomare di Reggio Calabria. Qui il bus sosterà martedì 20 febbraio. Il giorno dopo attraverserà lo Stretto e si recherà a Catania e poi ancora, il 22 febbraio, di nuovo verso nord per arrivare a Napoli. Il 23 febbraio tappa a Livorno, città che ha accolto nei giorni scorsi la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni con una violenta contestazione.

Doppia tappa il 24 febbraio: Torino e Milano. Il 25 il bus sarà a Verona e il 26 scenderà in Emilia (tappa a Bologna) e in Romagna (tappa a Cesena). Poi ancora a sud lungo l'Adriatica il 27 febbraio, per raggiungere Pescara e poi virare in giornata su Roma, tappa conclusiva del tour.

Le polemiche

Il bus tornerà dunque a Napoli, dove lo scorso 29 settembre fece una veloce tappa nonostante l'amministrazione comunale avesse revocato l'autorizzazione a sostare inizialmente rilasciata. Il sindaco partenopeo, Luigi De Magistris, aveva giustificato la revoca accusando l'iniziativa di essere “transfobica”. Anche a Bologna qualche scintilla: si era registrata la contestazione di uno sparuto gruppo di persone.

Gli organizzatori hanno dovuto far fronte anche alla censura da parte dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (Iap) nei confronti dei manifesti che pubblicizzavano l'iniziativa del bus. Il messaggio dei manifesti era stato definito dall'ente in violazione dell’articolo 10, in quanto offensivo verso “convinzioni morali, civili e religiose”, e dell’articolo 11 che invita ad avere cura dei messaggi rivolti ai bambini per non danneggiarli. Dopo il ricorso degli organizzatori, tuttavia, lo Iap ha autorizzato la diffusione dei manifesti.

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