Nelle Isole Mauritius si profila un terremoto politico. Il consiglio dei ministri formalmente approvato l'apertura della procedura di impeachment nei confronti del presidente Ameenah Gurib-Fakim.
Resistenza a oltranza
Sono in corso serrate trattative tra la prima donna cao di Stato dell'isola africana e il primo ministro, Pravind Jugnauth. “Non mi dimetterò. Mi presenterò in tribunale e vedrò se sono colpevole. Dal 2017 ho già rimborsato tutti i soldi” ha detto la presidente subito dopo il provvedimento governativo. Secondo il quotidiano locale L'Express, dopo un suo iniziale rifiuto ora la Gurib-Fakim potrebbe accettare di lasciare il potere.
Il caso
I ministri ne hanno chiesto le dimissioni sulla scia delle recenti rivelazioni sui media, nel caso ormai noto come Platinum Card: Gurib-Fakim avrebbe speso diverse centinaia di migliaia di rupie per acquisti personali, utilizzando una carta di credito offerta da un'organizzazione non governativa, la Planet Earth Institute (Pei). L'ong in questione è di proprietà di lvaro Sobrinho, un controverso uomo d'affari angolano, che inizialmente ha lavorato con la presidente per offrire borse di studio a studenti mauriziani.
La procedura
In base all'articolo 30 della Costituzione, la mozione di destituzione deve essere presentata dal primo ministro all'Assemblea nazionale. Per la sua ratifica serve il voto dei due terzi dei parlamentari. In quel caso un tribunale ad hoc viene costituito per pronunciarsi sulle accuse rivolte al presidente. Se il verdetto conferma le accuse mosse dal governo, la mozione ritorna in Parlamento per la seconda volta e basta il voto della metà dei deputati per arrivare alla destituzione definitiva del Capo dello stato. Questo scandalo è venuto a galla mentre le isole Mauritius si apprestano a celebrare, il 12 marzo, i 50 anni di indipendenza dal Regno Unito.