Ventiquattro ore finite per Mosca che, come era nell'aria, non ha fatto giungere in terra britannica delle risposte esaurienti sul caso dell'ex spia sovietica avvelenato da sostanze tossiche assieme a sua figlia in un centro commerciale di Salisbury. L'ultimatum posto dalla premier anglosassone, Theresa May, è scaduto alla mezzanotte (ora locale) e ha segnato di conseguenza l'inizio di un altro tipo di conteggio, ossia quello legato al tempo che intercorrerà fra il “no” tacito della Russia e le reazioni che avrà il governo britannico. Le premesse erano state tutt'altro che buone considerando le parole dure usate dalla leader Tory davanti alle Camere, con tanto di dichiarazione annessa sulle presunte (anzi, probabili) responsabilità del governo russo in quanto accaduto all'ex 007 e a sua figlia Yulia, oltre che a numerose altre persone che si trovavano nelle vicinanze.
Trump: “I russi devono spiegare”
Anche il presidente americano, Donald Trump, ha detto la sua sul caso Skripal, tentando di convincere duramente Mosca perché “fornisca le risposte alle nostre domande” Secondo il Tycoon, “il governo russo deve fornire risposte non ambigue su come questa arma chimica, prodotta in Russia, possa essere stata usata nel Regno Unito”. Il tutto durante una breve telefonata intercorsa fra presidente e premier, nel corso della quale i due leader hanno incontrato terreni convergenti in merito all'opinone su questa vicenda.
Accuse e repliche
Più o meno la stessa linea ache pe l'Europa, con Frans Timmermans a spiegare che “se del gas nervino fosse stato utilizzato attivamente contro civili in uno dei nostri Stati membri” la questione “dovrebbe essere affrontata da tutti noi e non lasciata alla premier May e al governo britannico. E' una responsabilità collettiva europea”. Nel frattempo, i russi continuano a proclamarsi innocenti del sul tentato omicidio di Skripal, divulgando alcune dichiarazioni del ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, nelle quali si spiegava che “la Russia è innocente e pronta a collaborare” e come, inoltre, all’inchiesta sul caso di Skripal e della figlia, “se il Regno Unito rispetterà i suoi obblighi internazionali”, ha dichiarato in mattinata il guardasigilli, specificando come Mosca avesse, “inviato una richiesta ufficiale di accesso a questo composto in modo che i nostri esperti possano testarlo in conformità con la Convenzione sulle armi chimiche” e, “finora la richiesta è stata ignorata” dalla parte britannica. Ora non resta che capire se, quando e quanto influiranno le ripercussioni già annunciate dalla premier conservatrice.