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La vicinanza “chiave” del Vangelo

Con la Messa Crismale celebrata nella Basilica Vaticana questa mattina sono iniziati i riti del Triduo Pasquale, il periodo più importante e solenne della liturgia cattolica che culminerà nella veglia di Pasqua. La Messa è stata concelebrata dal S. Padre Francesco con i cardinali, i vescovi e i presbiteri (sia diocesani che religiosi) presenti a Roma. Nel corso della celebrazione eucaristica, i sacerdoti hanno rinnovato le promesse fatte al momento della Sacra ordinazione; quindi sono stati benedetti l’olio degli infermi, l’olio dei catecumeni e il crisma che vengono poi distribuiti alle parrocchie romane per l'amminisrtazione dei sacramenti nel corso dell'anno.

Suggestiva la processione con cui 12 diaconi hanno portato i tre carrelli (di colore bianco, viola e rosso) su cui erano trasportate le tre anfore contenenti gli oli.

Nella sua omelia il S. Padre ha riflettuto sul ruolo del sacerdote in rapporto a Dio e al popolo, parlando di “due vicinanze“. “La vicinanza – ha spiegato il Papa – è la chiave dell’evangelizzatore perché è un atteggiamento-chiave nel Vangelo (il Signore la usa per descrivere il Regno). Noi diamo per acquisito che la prossimità è la chiave della misericordia, perché la misericordia non sarebbe tale se non si ingegnasse sempre, come “buona samaritana”, per eliminare le distanze. Credo però che abbiamo bisogno di acquisire meglio il fatto che la vicinanza è anche la chiave della verità. Si possono eliminare le distanze nella verità? Sì, si può. Infatti la verità non è solo la definizione che permette di nominare le situazioni e le cose tenendole a distanza con concetti e ragionamenti logici. Non è solo questo. La verità è anche fedeltà (emeth), quella che ti permette di nominare le persone col loro nome proprio, come le nomina il Signore, prima di classificarle o di definire 'la loro situazione'”. Poi a braccio il Papa ha aggiunto: “C'è l'abitudine brutta della cultura dell'aggettivo, questo è così, è tale… no, questo è figlio di Dio. Poi avrà virtù e difetti, ma no all'aggettivo fatto sostanza”.

Poi il Papa ha ammonito che “bisogna stare attenti a non cadere nella tentazione di farsi idoli di alcune verità astratte. Sono idoli comodi, a portata di mano, che danno un certo prestigio e potere e sono difficili da riconoscere. Perché la 'verità-idolo' si mimetizza, usa le parole evangeliche come un vestito, ma non permette che le si tocchi il cuore”.

Dopo la messa crismale, il Papa ha incontrato a pranzo in Vaticano, presso l'abitazione del sostituto della Segreteria di stato, monsignor Angelo Becciu, dieci parroci romani che operano sia nelle periferie sia nel centro storico. Si tratta di appuntamento informale, occasione di ascolto dei sacerdoti della sua diocesi e delle criticità della città, che il Papa ha mantenuto anche quest'anno, essendo ormai divenuto una tradizione del Giovedì Santo, in cui si commemora l'istituzione del sacerdozio.

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