E'dal 1959 che a Cuba non vi è un presidente che non porti il nome della famiglia Castro: da Fidel a Raul, dopo la rivoluzione che aveva rovesciato la dittatura di Fulgencio Batista nello stesso anno, il governo dell'isola caraibica era rimasto nelle mani dei due fratelli che, dopo il ritiro e la successiva morte del Lider maximo, hanno definitivamente lasciato la poltrona presidenziale ben prima delle elezioni che hanno determinato, in buona parte, l'elezione di Miguel Diaz-Canel a L'Avana: il punto di svolta, uno dei pochi nell'arco di quasi 60 anni, è stato l'annuncio del minore dei fratelli Castro, Raul, il quale aveva dato notizia del suo ritiro nel dicembre scorso. Per conoscere il suo successore occorrerà attendere ancora qualche ora ma, a questo punto, sussistono ben pochi dubbi su chi occuperà la poltrona presidenziale: Miguel Diaz-Canel, privo del cognome di famiglia e nato dopo la rivoluzione (1960) ma uomo forte del Partito comunista cubano.
Verso la presidenza
Il nome di Diaz-Canel era tra i papabili alla successione di Raul ma, a ben vedere, non esattamente il favorito vista la sua carriera politica non particolarmente di primo piano. E' evidente, però, che la sua elezione potrebbe segnare la fine di un'epoca per l'isola di Cuba che, dopo quasi 6 decenni, si trova per la prima volta con un presidente non figlio della Revolucion. Vero è che Raul Castro, 86 anni, resterà fino al 2021 alla guida del Pcc nel ruolo di segretario il che, considerando che tale partito è l'unico legale a Cuba e che esserne a capo conferisce ampi (anzi, ampissimi) poteri, consentirà al fratello dell'ex Lider maximo di resterare con un buon margine di manovra. La giornata dell'investitura ufficiale sarà oggi, alle 15 ore italiane: di lì inizierà il vero e proprio periodo post-rivoluzionario per l'isola anche se, in buona sostanza, le impostazioni base resteranno le stesse: portare avanti il lavoro di Raul dal 2008 in poi, specie sul piano economico, pur non dimenticando il difficile percorso di consolidamento da affrontare, bilanciato fra l'eredità rivoluzionaria e il progresso.
Attesa per l'investitura
E' chiaro che, in quanto di fatto delfino di Castro (“Trent'anni di leale servizio” i suoi, come specificato dallo stesso presidente uscente), la linea guida di Diaz-Canel potrebbe ricalcare in modo sostanziale quella del suo predecessore il quale, comunque, mantererebbe il suo controllo in quanto segretario del Pcc. A ogni modo, i 605 deputati dell'Assemblea nazionale potrebbero a breve indicare proprio il 57enne ingegnere elettronico, fedelissimo di Raul, come naturale erede del fratello minore del Lider maximo: salvo imprevisti e nonostante la commissione per le candidature debba valutarne i requisiti come per gli altri candidati, Diaz-Canel dovrebbe essere il nuovo presidente cubano in un ideale passaggio di consegne fra la vecchia epoca e la nuova che, però, si mostra ancora intrisa degli aspetti salienti di quella in fase di conclusione. Qualcosa però cambierà: il nuovo presidente non avrà uniformi decorate, né stellette decorative né. Segno che, almeno a livello d'impatto, l'era della Revolucion volge davvero al termine.