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“Elisa uccisa da un furgone lanciato a 138 km/h”

Non ha frenato Maurizio di Giulio prima di investire a tutta velocità con il suo Ford Transit una moto provocando la morte di una ragazza e il ferimento del centauro.

La consulenza tecnica

Il mezzo del 51enne elettricista di Collegno con precedenti di polizia per risse stradali, era di recente costruzione e funzionava ottimamente. La velocità del Transit è stata accertata dai tecnici della Bosch, in Germania, incaricati della consulenza tecnica dal pm Paola Stupino. Controllato l’efficienza dell’impianto frenante, risultato perfettamente funzionante.

L'incidente mortale

La sera di domenica 9 luglio, Di Giulio si è scagliato alla velocità di 138 chilometri orari contro la moto di Matteo Penna, 28 anni di Moncalieri, reo di avere protestato con l'elettricista per una mancata precedenza poco prima. Con Matteo, seduta sul sellino posteriore della moto, c’era la sua fidanzata, Elisa Ferrero. La ragazza, un anno più giovane, appena laureata in medicina, è morta sul colpo. Matteo è sopravvissuto nonostante le ferite gravissime ma – dice chi lo conosce – non si è mai ripreso dalla perdita della donna che sarebbe presto diventata sua moglie.  

La difesa

Dal carcere Maurizio Di Giulio respinge l'accusa di avere intenzionalmente investito la coppia di Moncalieri assicurando di non aver mai voluto agire in modo intenzionale ma di avere cercato di raggiungere la moto dopo un urto al finestrino “solo per leggere la targa”. 

La perizia

L'investimento sarebbe dunque frutto di un incidente non intenzionale, secondo la tesi della difesa. Ma a smentire la versione, il video che riprende il momento dell'impatto e i rilievi sul posto dei carabinieri che non hano trovato tracce di frenata sull’asfalto.

Oggi, un nuovo tassello per ricostruire la verità: i periti hanno infatti rilevato un’azione frenante di lievissima intensità ma solo negli ultimi decimetri di strada prima dell’impatto che ha distrutto due vite. Per una precedenza non data. Il processo prima dell’estate.

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