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Crescono le spese militari

Nel mondo si continua a spendere per le armi. I dati diffusi dal Sipri, l'Istituto internazionale di ricerca per la Pace di Stoccolma evidenziano che “dopo 13 anni consecutivi di aumento dal 1999 al 2013 e spese rimaste relativamente invariate nella fase successiva – si legge in un comunicato dell'organizzazione basata in Svezia – il totale delle spese militari ha raggiunto i 1.739 miliardi di dollari nel 2017″.

L'aumento è dell'1,1% rispetto al 2016. A guidare la classifica dei Paesi che spendno di più per armamenti ci sono gli Stati Uniti, con 610 miliardi di dollari, ovvero oltre un terzo del totale mondiale. Al secondo posto la Cina, con una spesa in aumento da 29 anni e che per l'anno scorso era stimata 228 miliardi, il 5,6% in più rispetto al 2016. Segue l'Arabia Saudita, che nel 2017 ha incrementato il budget per la guerra del 9,2% rispetto all'anno precedente, portandolo a 69 miliardi e innescando un aumento degli armamenti in tutto il Medio Oriente, in particolare in Iran (19%) e Iraq (22%). Con 66,3 miliardi di dollari, le risorse che la Russia impiega per le armi sono invece in calo del 20% rispetto all'anno scorso: è la prima riduzione dal 1998 registrata dal Sipri.

Tra i Paesi europei, guida la Francia con 57,8 miliardi di dollari, sesta nella classifica mondiale, seguita dal Regno Unito al settimo, con 47,2, e la Germania al nono, con 44,3. L'Italia aumenta la spesa militare in termini assoluti, ma passa dall'11esima alla 12esima posizione, con 29,2 miliardi di dollari spesi nel 2017 contro i 27,9 del 2016. In Africa chi spende di più è l'Algeria, anche se per la prima volta dal 2003 ha diminuito la spesa. Tagli significativi alle spese militari sono stati registrati anche in Angola (-16%), Nigeria (-4,2%), Sud Sudan (-56%), Ciad (-33%), Mozambico (-21%) e Costa d'Avorio (-19%). In Sudan, invece, il governo ha aumentato la spesa del 35%, portandola a 4,4 miliardi di dollari, con l'obiettivo dichiarato di contrastare le milizie ribelli attive nel Paese. Nel Sud America si registra un aumento del 4,4% complessivo, con Argentina (+15%) e Brasile (6,3%) a guidare la classifica.

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