Si è risolto il giallo legato al giornalista Arkady Babchenko. Se di giallo si può parlare, visto che il reporter inviso al Cremlino, dato per morto ammazzato, è vivo e vegeto e si è mostrato in televisione.
Ammissione
Il capo dei servizi di sicurezza ucraini, Vasyl Hrytsak, ha spiegato in una conferenza stampa che “l'assassinio” del giornalista è stato inscenato per stanare agenti russi. La notizia dell'omicidio di Babchenko era stata data da sua moglie, che aveva riferito di come il marito fosse stato colpito da un killer sulle scale di casa e fosse poi morto nel trasporto in ambulanza.
Rsf infuriata
Durissima la presa di posizione di Reporter Senza Frontiere. “E' stata una messinscena patetica” ha tuonato il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. Se la ricomparsa del giornalista è “un grande sollievo“, “è patetico e deplorevole che i servizi ucraini abbiano giocato con la verità, qualunque sia il motivo”, ha affermato.
Scontro
Appresa la notizia della – poi rivelatasi falsa – morte il premier ucraino,Volodymyr Groisman, aveva lanciato pesanti accuse contro Mosca, dicendosi “sicuro che la macchina totalitaria russa non ha perdonato la sua onestà. Gli assassini devono essere puniti!”. Più cauto il ministro degli Esteri, Pavlo Klimkine, che aveva sottolineato come sia “troppo presto per tirare le conclusioni” ma aveva notato “una somiglianza sorprendente nei metodi usati dalla Russia per provocare una destabilizzazione politica”. Parole che avevano suscitato la dura reazione del collega russo, Serghei Lavrov, che aveva parlato di “tragedia”. “Arkady Babchenko è stato ucciso, abbattuto nella tromba delle scale e già il primo ministro ucraino afferma che i responsabili sono i servizi speciali russi. Questo è molto triste“. Poco dopo era arrivato anche il Cremlino che, tramite il suo portavoce Dmitri Peskov, aveva “condannato fermamente” l'uccisione del giornalista, chiedendo con forza “un'indagine, vera e non falsa, per trovare chi l'ha ordinata”.