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Si tenta il dialogo per fermare le violenze

Si cerca una soluzione per risolvere la grave crisi socio-politica in Nicaragua. E' previsto un nuovo tentativo di dialogo fra governo e opposizione con la mediazione della locale Conferenza episcopale.

Sangue

L'inizativa arriva all'indomani di uno sciopero generale molto seguito dai lavoratori di ogni settore di attività. Anche la mobilitazione di ieri è stata repressa, concludendosi con almeno 5 morti. Secondo gli ultimi bilanci diffusi dalle ong locali in due mesi più di 160 persone sono state uccise e 1.400 sono rimaste ferite nella repressione delle manifestazioni contro il presidente Daniel Ortega, di cui opposizione e buona parte della popolazione chiedono le dimissioni. 

Verso il voto

L'uscita di scena di Ortega appare remota, ma secondo Medoardo Mairena, uno dei leader del movimento contadino, il presidente sandinista avrebbe accettato di convocare elezioni anticipate, senza però lasciare il potere prima del voto. Un'informazione confermata dall'ambasciata Usa in Nicaragua che ha ricevuto Ortega un mese fa.

La crisi

Nonostante circostanze avverse e crescenti tensioni, la Conferenza episcopale nicaraguense spera di poter proporre nelle prossime ore un piano di uscita dalla crisi che dilania il Paese centro-americano. La protesta, nata il 18 aprile scorso in seguito all'annuncio di una riforma pensionistica, poi abbandonata, denuncia la lunga permanenza al potere del 72enne Ortega che ha controllato il Paese tra 1979 e il 1990 e, di nuovo, dal 2007 ad oggi

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