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Ancora un naufragio: 114 dispersi

Ancora una tragedia, di nuovo un naufragio al largo della Libia. E stavolta i dispersi sono 114. Una cifra enorme, l'ennesimo dramma del Mediterraneo, funestato da una sciagura senza fine: “Un altro triste giorno in mare – ha twittato la sezione libica di Unhcr -: oggi 276 rifugiati e migranti sono stati fatti sbarcare  a Tripoli, inclusi 16 sopravvissuti di un'imbarcazione che portava 130 persone, delle quali 114 sono ancora disperse in mare”. Un naufragio, ancora uno, confermato anche da un rappresentante dell'Alto commissariato Onu all'Ansa. Una strage che accresce esponenzialmente il bilancio dei morti in mare da inizio anno che, ora, supera i mille.

Strage continua

L'organizzazione ha precisato che le 114 persone disperse oggi appartenevano a un'altra imbarcazione e, dunque, non facevano parte dello scafo ribaltatosi ieri, facendone annegare altre 63 davanti alle coste di Zuara, in Libia. Sempre nella giornata di ier, altri 41 sono stati recuperati dalla Guardia Costiera libica (10 mila quelli da inizio anno).  Anche venerdì scorso un barcone carico di migranti si era ribaltato provocando la morte di 103 di coloro che erano a bordo, tra i quali 3 bambini. Una strage continua e drammatica, per la quale le principali organizzazione umanitarie stanno premendo i governi della Comunità internazionale affinché possano intervenire.

Toninelli: “Motovedette in Libia”

Nel frattempo, il Consiglio dei ministri italiano ha dato il via libera all'invio in Libia di 10 navi per la Guardia costiera. Un provvedimento con il quale, secondo il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, “diamo sostanza a rapporti di partenariato che risalgono al 2008 e che peraltro sono stati rinnovati l'anno scorso. Il dicastero che guido, attraverso le Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, ci mette fino a 10 motovedette, più il training al personale per il loro utilizzo. Stiamo parlando di un impegno economico che sfiora gli 1,5 milioni, a fronte di un costo complessivo del provvedimento pari a circa 2,5 milioni. Dunque, il nostro è un apporto fondamentale”. Il ministro ha ribadito che il Cdm è consapevole “che questo non può bastare e che bisogna lavorare per stabilizzare lo scenario, rafforzare lo stato di diritto e la tutela della dignità delle persone sul suolo del nascente stato libico. Ecco perché stiamo via via intensificando la cooperazione con organizzazioni come l'Unhcr e l'Oim, che sono presenti a Tripoli. In attesa che l'Europa si faccia carico in modo solidale del fenomeno migrazioni il governo italiano e questo ministero lavorano in modo fattivo per debellare i naufragi di migranti in mezzo al Mediterraneo”.

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