La tratta di esseri umani “è un crimine vergognoso”, da “contrastare con fermezza”. Lo ha detto Papa Francesco parlando a braccio ai fedeli radunati in Piazza San Pietro per l'Angelus domenicale, che precede la Giornata mondiale contro la tratta delle persone promossa dalle Nazioni unite. Una pratica odiosa, che sia “sfruttamento lavorativo e sessuale” o “commercio di organi” ma anche 'solo' “accattonaggio e delinquenza forzata”: una schiavitù dei nostri giorni per la quale è necessario che il mondo intero si mobiliti, per far sì che possa essere posto un argine a un fenomeno che coinvolge indifferentemente “molti uomini, donne e bambini”. Anzi, precisa il Santo Padre, contrastare questo crimini è realmente “una responsabilità di tutti”. Questo perché gli effetti della tratta sono tangibili “anche qui a Roma…” e “le rotte migratorie sono spesso utilizzate da trafficanti e sfruttatori per reclutare nuove vittime della tratta”.
Ascoltare il grido degli affamati
Commentando il brano evangelico della molitplicazione dei pani, il Pontefice ha posto l'attenzione sul fatto concreto da cui scaturisce l'episodio: “La gente ha fame e Gesù coinvolge i suoi discepoli perché questa fame venga saziata. Alle folle, Gesù non si è limitato a donare questo – ha offerto la sua Parola, la sua consolazione, la sua salvezza, infine la sua vita -, ma certamente ha fatto anche questo: ha avuto cura del cibo per il corpo”. Per questo, ricorda il Santo Padre, “noi, suoi discepoli, non possiamo far finta di niente. Soltanto ascoltando le più semplici richieste della gente e ponendosi accanto alle loro concrete situazioni esistenziali si potrà essere ascoltati quando si parla di valori superiori”. E il Papa ricorda questo in virtù di quanto spiega l'evangelista alla fine del pass: “Tutti furono saziati”.
Il pane dell'amore
A tal proposito, Papa Francesco spiega: “Io vorrei proporre a voi questa frase di Gesù, 'raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto'. E penso alla gente che ha fame e a quanto pasto avanzato noi buttiamo. Ognuno di noi pensi: il pasto che avanza, a pranzo o a cena, dove va? A casa mia, il pranzo avanzato si butta? Se è così ti dò un consiglio: parla con i tuoi nonni, cosa facevano durante la guerra con i pasti avanzati”. L'invito del Pontefice è a “non buttare mai il pasto avanzato” perché esso “si rifà o si dà. E' un consiglio e anche une esame di coscienza”. Non possiamo, come destinatari dell'insegnamento di Gesù, restare sordi al grido di fame di tanti fratelli e sorelle: “L'annuncio di Cristo, pane di vita eterna richiede un generoso impegno di solidarietà per i poveri, i deboli, gli ultimi, gli indifesi. Questa azione di prossimità e di carità è la migliore verifica della qualità della nostra fede, tanto a livello personale, quanto a livello comunitario”. L'amore di Dio per l'umanità, conclude il Papa, “affamata di pane, di libertà, di giustizia, di pace, e soprattutto della sua grazia divina, non viene mai meno… Gesù continua anche oggi a sfamare, a rendersi presenza viva e consolante, e lo fa attraverso di noi”.