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Il card. Monsengwo Pasinya non si candida alla presidenza

Il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya ha smentito di volersi candidare alla presidenza della Repubblica Democratica del Congo. L'arcivescovo di Kinshasa ha detto di avere altre cose da fare. Era stato un gruppo di cattolici laici – il Christian Dynamic for Unity and Democracy (DCUD) – a proporlo come candidato per le prossime elezioni generali che si terranno a dicembre nel Paese africano. A tal fine, era stata lanciata anche una petizione nella quale veniva opposta la sua figura a quella dell'attuale presidente Joseph Kabila, al potere dal 2001. Nella petizione, Monsengwo Pasinya viene definito l'unico uomo in Congo ad avere la “credibilità” necessaria per sfidare l'attuale guida del Paese.

Il profilo

In effetti, un recente sondaggio ha fatto emergere che il cardinale è la personalità congolese più rispettata dalla nazione. Laurent Monsengwo Pasinya siede anche nel C9 – il consiglio dei Cardinali – voluto da Papa Francesco per consigliarlo nel governo della Chiesa. E' lui, infatti, il delegato per quanto riguarda l'Africa. La candidatura del presule alla presidenza era stata caldeggiata anche da Odette Babandoa Etoa, ex ministro e rappresentante dell'opposizione politica, per la quale “il prelato corrisponde all’immagine di un uomo integro, buon manager per governare il paese”. Lei stessa era stata indicata in passato come possibile candidata per la corsa presidenziale. Un tentativo di persuadere il cardinale ad entrare nell'agone politico era stato fatto anche dall'Union Pour la Nation Congolaise, partito politico liberal-democratico, che gli aveva chiesto di accettare “la chiamata del popolo”. 

Una Chiesa con il popolo

D'altra parte, la comunità cattolica ha rappresentato la voce d'opposizione più autorevole al governo di Kabila. L'Economist ha riferito che le manifestazioni di piazza animate dalle parrocchie e dai gruppi di cattolici laici avrebbero in più occasioni provocato la reazione violenta delle forze di sicurezza. I vescovi del Paese africano si sono espressi negativamente sulla prospettiva di una nuova candidatura di Kabila. Lo hanno fatto con una nota rilasciata da don Donatien Nshole, segretario generale della Conferenza Episcopale, il quale ha detto che: “Il Congo ha bisogno di una nuova leadership e, mettendoci la forza di volontà, è ancora possibile organizzare una buona elezione nel Paese”.

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