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Oltrepassare i limiti con la danza

L'incontro di sabato scorso tra Papa Francesco ed i giovani è stato ricco di emozioni. A giudicare dal numero di persone che hanno voluto congratularsi con loro sotto il palco, l'esibizione di Silvia Bertoluzza e Nicoletta Tinti è stato uno dei momenti che più ha colpito i cuori dei presenti. Nicoletta, ginnasta ritmica che rappresentò l'Italia alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, ha perso l'uso delle gambe nell 2008 a causa di un'ernia discale. Dall'incontro con Silvia, direttrice artistica della scuola bolognese Arte Danza, è nata l'idea di un balletto a coppia nel quale Nicoletta mette il busto, e la sua partner artistica le 'presta' – come ha detto l'atleta – le gambe. Una collaborazione che nasce da un'amicizia profonda: lo si capisce bene dalle premure reciproche prima di andare in scena davanti a Francesco e poi dalla gioia condivisa una volta scese dal palco. Con il ricordo ancora vivo delle straordinarie sensazioni vissute sabato pomeriggio, le due danzatrici hanno voluto raccontare la loro esperienza ad InTerris.

Che emozione è stata esibirsi davanti al Santo Padre?
Nicoletta: “Un'emozione indescrivibile. Ci vuole ancora un pò di tempo per elaborare quello che è successo. Io e Silvia siamo uscite dal palco in lacrime, abbracciandoci. Ed è la prima volta che succede dopo un'esibizione.”

Che stimolo vi ha dato quest'incontro per il futuro?
Nicoletta: “Danzare per noi è veramente un regalo enorme ogni volta, questa volta lo è stato ancora di più. Per il futuro vorremmo continuare a portare il nostro messaggio ai giovani, quindi proseguiremo ad andare nelle scuole e in tutti i luoghi che ci permetteranno di condividere e raccontare la nostra esperienza.”
Silvia: “Sul palco, Papa Francesco si è avvicinato e ci ha invitato a continuare il nostro lavoro. Questo è uno stimolo per alzarci sin da subito e continuare a portare il nostro messaggio ovunque.”

Come nasce il vostro progetto e qual è il messaggio che ambisce a diffondere?
Nicoletta: “Il nostro progetto nasce 4 anni fa, quando ho incontrato Silvia. Per noi è stato naturale condividere quello che ci piace e ci fa stare bene, cioè la danza. Ma non avremmo mai pensato di portare così avanti la nostra passione. Oggi abbiamo una compagnia che si chiama 'Inoltre': siamo 4 danzatori e 5 musicisti, balliamo con la musica dal vivo ed il nostro spettacolo si chiama 'AsSenza'. Silvia ne è stata l'ideatrice.”
Silvia: “Io sono l'ideatrice ma Nicoletta ne è stata l'ispiratrice: io ho trascritto qualcosa che lei mi ha trasmesso. Il nome dello spettacolo, 'AsSenza', non va letto letteralmente: è un gioco di parole, formato da un'alfa privativa che precede il 'senza' e quindi va inteso nel senso di 'tutto'. Crediamo che esistano limiti visibili ed invisibili. Quelli visibili sono effettivi, ma quelli invisibili sono più difficili da trovare, sentire e vedere nelle persone. Anche quando tutto sembra perfetto esiste qualcosa dentro di noi, una paura , un freno difficile da superare esattamente come un quasiasi limite visibile. Il passo per superare i propri limiti, quelli invisibili esattamente come quelli visibili, sta nel conoscerli, rispettarli e trovare una condivisione con gli altri. La chiave di volta sta proprio in questa complementarietà che si ritrova poi nello spettacolo.”

In che modo questa complementarietà si manifesta nel vostro spettacolo?
Silvia: “Nel finale musicisti e danzatori vanno in scena insieme, tutti seduti su cubi. In questo modo vogliamo trasmettere il messaggio che non esistono cadute perchè c'è sempre qualcuno che ti dà lo stimolo per rialzarti, che ti dà una mano un attimo prima di cadere sul pavimento. Abbiamo scelto di chiudere con questa dimostrazione di compementarietà proprio per comunicare l'idea che con l'amore verso gli altri riusciamo a rimanere in bilico su questo filo insidioso che è la nostra vita.”

 

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