C'è l'ok del Consiglio dei ministri al decreto sulle “urgenze” con particolare attenzione alla “concretezza degli interventi”, arrivato in merito ai fatti di Genova (crollo Ponte Morandi), Ischia (terremoto di Casamicciola) e Centro Italia (sisma del 2016): un'approvazione che garantirà i primi aiuti a cittadini e imprese nei tre luoghi elencati, martoriati da tre catastrofi nell'arco degli ultimi due anni. Ad annunciare il via libera è stato lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale ha al contempo specificato che “ci sarà un commissario straordinario ad hoc” ma di cui “non c'è ancora il nome”.
Conte: “Toti commissario per l'emergenza”
Una questione, quella del nome, che dovrà essere affrontata a breve (come peraltro previsto dall'accordo, raggiunto con la formula salvo intese). Per ora, come annunciato sempre da Conte in conferenza a Palazzo Chigi, “il presidente Toti è stato nominato commissario per l’emergenza ma non c’è ancora il nome del commissario straordinario. A Genova abbiamo detto che saremmo tornati presto. Domani sarò a Genova a ricordare la triste ricorrenza, ma non torno a mani vuote, torno con questo decreto per consentire l’intrapresa per il ripristino delle condizioni di vita delle popolazioni locali”. Da definire anche l'ente che si occuperà della ricostruzione del Ponte Morandi, tema questo che non ha mancato di creare divisioni all'interno dello schieramento giallo-blu.
Toti: “Chiediamo voce in capitolo”
Per quanto riguarda il futuro commissario, Conte ha fatto sapere che “avrà ampi poteri di procedere e di disporre, e consentire a Genova di avere un ponte più bello, più nuovo e un rilancio della sua immagine”, specificando poi che il nome del designato “sarà indicato con un decreto del Presidente del Consiglio. Presenterò il lavoro del governo a Toti e Bucci, ascolterò i loro contributi. Mi sono sentito più volte con Toti, c'è un dialogo continuo”. Lo stesso Toti, poche ore prima della conferenza di Palazzo Chigi, aveva scritto in un post su Facebook che “abbiamo chiesto di poter scegliere quale figura sarà. Non vogliamo monopolizzare la Regione, ma abbiamo diritto da liguri e da genovesi di avere voce in capitolo”.