Cento miliardi di euro. Sarà questo, secondo il presidente dell'Inps Tito Boeri, il conto che dovranno pagare le generazioni future per l'incremento “del debito pensionistico” dovuto all'introduzione della quota 100 con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi. Misura cui sarà affiancato lo stop all'indicizzazione alla speranza di vita per i requisiti contributivi nella pensione anticipata.
Allarme
“Non possiamo esimerci dal lanciare un campanello d'allarme” ha detto Boeri durante l'audizione davanti alla commissione Lavoro della Camera. Il risparmio che potrebbe arrivare dal disegno di legge sulle pensioni d'oro – ha aggiunto il presidente dell'Inps – sarebbe inferiore a 150 milioni e riguarderebbe una platea di circa 30.000 persone. Boeri ha sottolineato che si raggiungerebbe questa riduzione della spesa pensionistica solo se il taglio sulle pensioni superiori a 90.000 euro annui facesse riferimento all'intero reddito pensionistico e non alle singole pensioni. La riduzione massima sarebbe del 23% mentre quella media sarebbe dell'8%.
Donne penalizzate?
Gli interventi ipotizzati sulle pensioni dal Governo “sono a vantaggio degli uomini, dei redditi alti e dei lavoratori pubblici e penalizzano fortemente le donne. Sono beffate, spinte ad accettare l'uscita con Opzione donna con un taglio consistente della loro pensione e ora vedono uscire gli uomini in anticipo e con la pensione piena”, ha affermato sottolineando che la platea per quota 100 riguarda per il 90% uomini. La riapertura di “Opzione donna”, ha concluso, è “in stridente contrasto” con le altre ipotesi.