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Che fine ha fatto la flat tax?

Anche quest’anno, come di consueto, il dibattito e le polemiche sul documento governativo di economia e finanza, trascina gli italiani a schiere di favorevoli o contrari,a prescindere dal merito delle cose in ballo; ma la maggioranza silenziosa, quella che non è partigiana, già mostra segnali di malumore sugli aspetti più evidenti delle contraddizioni presenti, rispetto alle decisioni annunciate dall’esecutivo. Si penserà che l’alleanza Lega-5stelle, in assenza di una reale opposizione sociale e politica, possa procedere senza problemi, ma così non è.

Sono vent’anni e più che i governi, bisognosi di consensi stabili, cercano simpatie tra gli elettori spargendo qui e lì risorse a favore ora di questi, ora di quelli. Quello guidato da Renzi, sotto questo aspetto, è stato il più deciso: ottenne una popolarità assai vistosa, ma con il passare del tempo, in assenza di una strategia economica utile a risolvere i mali di fondo, ha finito con l'inabissarsi. In realtà, anche l’attuale governo ha scelto di camminare sullo stesso crinale, con misure tutte orientate a condizionare il risultato elettorale delle europee della primavera prossima. È inutile che taluni si straccino le vesti: il movente è lo stesso; quelli di prima a tavola usavano le posate, quelli di oggi le mani; sarà irrituale per il galateo, ma la sostanza è la stessa. La differenza (ma non è certo colpa degli attuali governanti) è che oggi le grandi difficoltà sociali ed economiche, sono molto più stringenti e richiedono una cura con dosi da cavallo, per raffreddare conti e disfunzioni: invece si sceglie di buttare ancora più benzina sui denari pubblici e sulle disfunzioni di sistema.

Ci si aspettava che il cuore della “manovra” dovesse essere l’adozione della “flat tax” ma si è preferito fare tutt’altro. Eppure è necessario decidere misure anticicliche, che possano sostenere la nostra esangue condizione economica. Gli Stati Uniti che pur hanno un debito alto, e spese militari esorbitanti che richiedono entrate pubbliche grandi e costanti, hanno saputo tagliare vigorosamente i pesi fiscali, riducendoli ad un terzo dei nostri. Trump mirava a rafforzare i consumi interni e riportare le produzioni di beni e servizi in Patria; ci è riuscito benissimo, con risultati che hanno stupito il mondo.

L’Italia ha bisogno della stessa terapia per tornare nel mondo reale: le persone fisiche sono oberate oltremisura di carichi fiscali nazionali e locali, e riducendo i consumi familiari spingono in basso gli indici economici, così come le imprese che oramai ritengono impossibile investire nei nostri territori. È vero, si è detto che la flat tax si potrà adottare nei prossimi tempi; ma dubito molto sulle chance future di questo proposito. Dopo che ingenti risorse pubbliche sono state dirottate nella assistenza: prevalentemente per la revisione della legge Fornero sulle pensioni, e per il reddito di cittadinanza.

Quindi difficilmente si potrà stressare ulteriormente la finanza pubblica; e poi la tempestività di intervento sui nodi economici è ormai non rinviabile. Stia attento il governo: la corsa forsennata verso il consenso, nei tempi medio-lunghi, si potrà trasformare in un ruzzolone, se non si dovesse recuperare il senso della realtà. La base storica della Lega vede con sospetto l’assistenzialismo; insieme a tanti elettori di buon senso, capiscono che al di la delle parole d’ordine contro chi ordirebbe complotti anti italiani, le sorti del benessere stanno comunque nel recuperare da italiani il dominio delle leve che dovranno riportarci nel cammino virtuoso di crescita.

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