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L'occasione del Tap

Acquisito nei giorni scorsi il giudizio definitivo sulla realizzazione del Trans Adriatic Pipeline (Tap) e sull’approdo a Melendugno, non resta che plaudire alla decisione di non dar seguito alle minacce di interrompere i lavori. Sarebbe stato un errore dettato da bagarre politiche che nulla hanno a che fare con l’importanza strategica di questa opera. Il Tap porterà sulle coste pugliesi il gas naturale dell’Azerbaigian per confluire nella rete nazionale e alimentare la vendita agli altri Paesi europei, cosa che ridurrebbe il gap storico dell’Italia rispetto agli Stati confinanti. La Cisl, in quanto organizzazione dei lavoratori, ha sempre auspicato politiche che favoriscano nuova occupazione e queste passano obbligatoriamente da una chiara visione di sviluppo e crescita. Se, invece, ci si ferma ogni volta che si progetta una infrastruttura, siamo perduti. Solo in Puglia, al momento, sono ferme circa 50 grandi opere per ideologia, battaglie legali e burocrazia: sono progetti incompiuti che sarebbero balsamo per l’economia regionale, per l’attrattività di nuovi investimenti e per innescare un meccanismo virtuoso di nuove assunzioni nel settore edile e nell’indotto.

Una nuova filosofia

La polemica sul Tap è figlia di quella ideologia dei professionisti del ‘no’ che frena crescita e sviluppo in nome di un ambientalismo che ci vorrebbe immobili mentre, invece, produzione ed eco-compatibilità possono correre sullo stesso binario senza nuocere all’ambiente. Da anni il dibattito nazionale sul Mezzogiorno è concorde nel favorire il protagonismo delle regioni del Sud se si vuol far ripartire l’economia nazionale, eppure vicende come quelle del Tap ci inchiodano spesso alla tortuosa filosofia del Nimby – letteralmente ‘non nel mio giardino’ – che ci allontana da tutto ciò che è nuovo in nome di non ben precisate politiche ambientali. Restiamo convinti che con il dialogo e con una strategia energetica nazionale del gas naturale che guardi alla sicurezza, alla tutela e alla valorizzazione del territorio si possano vincere le resistenze delle comunità locali. Inoltre l’Unione europea ha stabilito dei tempi perché tutti i Paesi membri si adeguino al passaggio da fonti inquinanti nei processi produttivi a energie sostenibili quali il gas naturale. Il Tap ci offre questa straordinaria occasione per essere all'avanguardia nella politica energetica europea che non possiamo lasciarci scappare. Oltretutto ne trarrebbero beneficio anche le imprese e le famiglie che vedrebbero un abbassamento dei costi in bolletta. Proprio ieri, 30 ottobre, la Cisl nazionale ha ribadito da Genova l’importanza di sbloccare le opere infrastrutturali di questa Italia che, invece, ne avrebbe tanto bisogno se vuole riallinearsi ai parametri economici e sociali europei ed auspicare pari opportunità a tutti i territori dell’Ue.

Daniela Fumarola
Segretaria generale Cisl Puglia

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