Chi maltratta una donna rinnega e sconfessa le proprie radici perché la donna è fonte e sorgente della maternità. È una specie di sacrilegio massacrare una donna. La violenza contro le donne sta diventando sempre più un'emergenza anche a livello nazionale che va combattuta a vari livelli”. E' l'incipit del videomoessaggio del presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, intervenuto su Tv2000 in merito alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra ogni 25 novembre.
Il videomessaggio
“Nella mia esperienza di Pastore – prosegue l'arcivescovo di Perugia – sono venuto a contatto con situazioni davvero preoccupanti. Diverse donne si sono rivolte a me in confidenza e con vergogna, timorose delle conseguenze se la vicenda si fosse venuta a sapere e scoraggiate dall'ipotesi di non essere credute. Era brutto perché la loro confidenza che le avrebbe potute aiutare rimaneva soltanto uno sfogo“.
“Come si fa a raccontare – sottolinea il Cardinale – che l'uomo tanto 'perbene' nel contesto cittadino, una volta tra le mura di casa si trasforma in un despota aggressivo? Spesso le donne confondono la violenza con un atto di amore esasperato 'perché – alcune dicono – se mi picchia, se mi dà uno schiaffo, vuol dire che gli interesso, vuol dire che è geloso di me. Quindi mi vuole bene'. C'è dunque chi si umilia per amore. È chiaro che tutte queste non possono definirsi delle manifestazioni d'amore ma sono manifestazioni di possesso, violenza, prepotenza e viltà”.
In casi tanto drammatici, “ci viene incontro con la sua sapienza papa Francesco nell'Amoris Laetitia quando dice: 'La vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle donne, i maltrattamenti familiari e varie forme di schiavitù non costituiscono una dimostrazione di forza mascolina, bensì un codardo degrado. La violenza verbale, fisica e sessuale che si esercita contro le donne contraddice la natura stessa dell'unione coniugale'. È necessario combattere la violenza contro le donne, lo voglio dire con forza, prima di tutto dal punto di vista culturale. E il primo campo ad essere impegnato è quello educativo, iniziando dalle scuole e da tutte quelle che chiamiamo le agenzie educative: la famiglia, la scuola, gli ambiti ricreativi”.
La Chiesa, aggiunge il porporato, “ribadisce con forza il proprio sostegno e la propria vicinanza a tutte le donne vittime di maltrattamenti e violenza. Come sacerdoti spesso siamo i primi a raccogliere brevi racconti da chi subisce violenza. Dobbiamo essere dunque più accoglienti, attenti e meno frettolosi nei loro confronti (…) Perché non dobbiamo dimenticare che dove c'è una donna maltrattata ci sono spesso dei piccoli, degli innocenti che sono costretti a vedere queste violenze. Che esempio stiamo dando ai nostri figli?”.
La Madonna dall'occhio nero
Il presidente della Cei si sofferma anche sull'icona del '600 della Madonna dall'occhio nero custodita nel santuario mariano di Galatone (Lecce). La storia di pietà popolare risale al 1586, quando avvenne un episodio di oltraggio all’icona mariana da parte di un personaggio locale, Antonio Ciuccoli, accanito giocatore d’azzardo, che persa l’ennesima scommessa e dubriaco si rifugiò per la notte nella cappellina che ospitava l’immagine. Esasperato da quel fioco bagliore e fortemente infastidito dal viso della Vergine, Ciuccoli perse la pazienza e lanciò una pietra contro la sacra immagine, colpendo la Madonna in pieno volto, all’altezza dell’orbita destra. Immediatamente, si racconta, intorno all’occhio comparve un ematoma. La macchia scura è tutt'oggi visibile. “Questa Madonna violata – conclude il videomessaggio – è l'immagine del sacrilegio che si commette nel violare le donne. Perché ogni donna che sia giovane o anziana è sempre una sorella e una madre da rispettare. E chi non rispetta una donna non rispetta le proprie radici e non rispetta la vita”.