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La Siria potrebbe accogliere Asia Bibi

La sorte di Asia Bibi, la madre pakistana detenuta dal 2009 con l'accusa di blasfemia e rilasciata recentemente dopo l'assoluzione della Corte Suprema del Paese, continua a preoccupare. Nonostante la sentenza, la donna cristiana non è riuscita ancora a lasciare la sua patria dove i manifestanti di partiti estremisti continuano a chiedere la sua impiccagione.

La questione asilo

Si è parlato in queste settimane della possibilità di chiedere asilo in Europa. Proprio relativamente a queste voci, si è diffusa l'indiscrezione secondo cui il governo inglese non sarebbe disposto ad ospitare Asia Bibi per evitare di creare tensioni con la popolazione di fede mussulmana del Regno Unito.

La mano tesa dalla Siria

Un segnale in controtendenza, invece, arriva dalla martoriata Siria dove è un giornalista, di fede islamica, ad avanzare una proposta diretta ad aiutare la donna protagonista di una delle più drammatiche odissee giudiziarie degli ultimi anni. Il sunnita Said Hilal Alcharifi, redattore del quotidiano “Tishreen”, ha infatti chiesto al governo siriano di concedere asilo politico ad Asia Bibi. Una richiesta formale recapitata a Damasco tramite il parlamentare indipendente Nabil Saleh, eletto nel distretto di Lattakia.

L'appello

Scrive il giornalista: “Chiediamo solennemente alle autorità competenti della Siria, terra di tolleranza e del vivere insieme, di proporre il diritto d'asilo che permetta alla cristiana Asia Bibi di continuare la sua vita in tutta sicurezza a Damasco, culla della cristianità e dell'islam tolleranteA darne notizia è il blog “Ora Pro Siria” che si occupa della situazione dei cristiani di quella specifica area mediorientale.

Le dichiarazioni

Il portale ha anche intervistato Said Hilal Alcharifi che al suo interlocutore ha spiegato: “Quando ho lanciato il mio appello (…) ho agito come cittadino siriano nato su questa terra benedetta da due grandi Messaggeri: Gesù e Maometto“. Il redattore rivendica il clima di convivenza religiosa che, a suo parere, contraddistingue il suo Paese da sempre: “Da bambino – ha continuato Said Hilal Alcharifi  sono cresciuto in una piccola città di circa 25.000 abitanti nel nord-ovest, dove cinque famiglie cristiane vivevano in piena armonia tra una popolazione musulmana, conservando il loro stile di vita e le loro usanze in stile occidentale senza mai essere malviste; al contrario, queste cinque famiglie che erano, all'epoca degli anni '60 una trentina di persone, uomini, donne e bambini, in occasione della Pasqua, ricevevano visite di omaggio proprio da persone residenti della città che è a maggioranza musulmana.  I cristiani, naturalmente, hanno sempre fatto lo stesso in tutte le feste musulmane e hanno vissuto da perfetti cittadini come tutte le altre componenti etniche e religiose della società siriana, vale a dire alawiti, sciiti, drusi, ismaeliti e così via”.

Cosa può succedere

Sullo stato della sua richiesta, il giornalista di “Tishreen” ha chiarito: “Questo messaggio è stato raccolto dal deputato Nabil Saleh nel parlamento siriano che si è fatto carico di questo dossier con il Ministero degli Affari Esteri in Siria. Ma non saprei dire adesso a che punto siamo con questo procedimento”. La concessione dell'asilo, secondo Said Hilal Alcharifi, confermerebbe una volta di più che “la Siria può essere solo un paese laico. Tutti i tentativi di islamizzare il Paese sono stati sventati negli ultimi secoli”.

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