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Dodici studenti rapiti nella ragione anglofona

Sono almeno 12 gli studenti universitari rapiti durante il fine settimana nella regione anglofona del Camerun, teatro dello scontro armato fra i separatisti del Fronte Ambazonia e l'esercito regolare. 

Il rapimento

I giovani sono stati sequestrati sabato 8 dicembre da alcuni uomini armati non identificati mentre si recavano al campus per la cerimonia di diploma. I rapiti sono iscritti all'Università di Bamenda (Uba), situata nella zona di Bambili, a pochi chilometri a nord ovest della città.

I rapitori hanno in seguito pubblicato un video online, trasmesso lunedì 10 dicembre, che mostra i volti degli studenti. I sequestratori hanno fatto sapere che questo rapimento è “l'ultimo avvertimento a tutti gli studenti universitari che insistono a recarsi” negli atenei. Gli uomini armati comparsi nel filmato hanno fatto sapere che rilasceranno i giovani, ma hanno minacciato di “trattare” di conseguenza qualsiasi altro studente “catturato”. 

Precedenti

All'inizio di novembre erano stati sequestrati 79 studenti nella stessa regione anglofona camerunese, mentre altri 12 erano poi stati rapiti nell'altro territorio anglofono del Paese, quello del Sud Ovest. I giovani sono stati in seguito liberati. A fine novembre, altre 30 persone, tutti pescatori locali, sono state sequestrate nell'ovest del Camerun, al confine con la regione anglofona del Nord Ovest da un gruppo separatista anglofono. 

La guerra

Dall'ottobre del 2017, quando i separatisti hanno proclamato l'indipendenza della cosiddetta repubblica di Ambazonia, diversi piccoli gruppi di “autodifesa”, come le “Tigri“, le “Forze di Ambaland” e le milizie “Vipers” combattono nelle due regioni del Nord Ovest e del Sud Ovest al fianco dei separatisti delle Forze di Difesa dell'autoproclamata repubblica e delle Forze di Difesa del Camerun meridionale, contro l'esercito del Paese africano.

L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso a propria preoccupazione per la situazione in corso nelle regioni anglofone del Camerun, dove l'Onu continua a ricevere segnalazioni quotidiane di violenze commesse contro i civili sia da parte delle forze di sicurezza del paese africano che dai gruppi armati separatisti. A partire dal 2017, quasi 500mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case in queste regioni , a causa di violenze e abusi commessi contro i civili dal governo e dai separatisti. In meno di un anno, sono stati uccisi almeno 160 militari e membri delle forze di sicurezza e oltre 120 scuole sono state incendiate. Amnesty International riporta più di 700 vittime civili uccise solo nel 2018.

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